Il lunedì nero delle Borse contagia anche Milano: bruciati 15 miliardi. Tempesta in arrivo o scivolone isolato? Ecco cosa sta succedendo
È un inizio di settimana nel segno di nubi nere quello delle Borse mondiali. A dare il tono a questo lunedì 5 agosto è stato soprattutto il Giappone, il cui indice Nikkei è crollato del 12% nella peggior giornata di contrattazioni dal 1987. A Tokyo gli investitori sono particolarmente nervosi per i possibili effetti controproducenti del massiccio intervento delle autorità di politica monetaria, che la scorsa settimana hanno svelato di aver iniettato qualcosa come 36,8 miliardi di dollari nel sistema per tentare di rafforzare il valore dello yen negli scambi internazionali. Le ansie degli investitori comunque sono molte e di carattere globale – i timori di una recessione Usa, le mosse della Federal Reserve, gli spettri di una guerra regionale su vasta scala in Medio Oriente. E così il mood di giornata ha contagiato rapidamente anche gli scambi in Europa e negli Usa. A metà giornata Il Dow Jones cede oltre il 2%, il Nasdaq il 2,7%. A Milano la Borsa ha chiuso in calo del 2,27%, peggio di quanto fatto da Londra, Francoforte e Parigi. Le perdite si sono ridotte nel pomeriggio rispetto a una mattinata ancor più pesante, forse anche grazie ai dati positivi dall’indice Ism dei servizi Usa di luglio. Resta il fatto però che sul listino principale di Piazza Affari sono stati bruciati oggi altri 15 miliardi di euro di capitalizzazione, che portano a quasi 55 miliardi di euro le
perdite registrate dalla Borsa milanese in tre sedute. E nel resto dell’area Asia-Pacifico stamattina si sono segnalate in negativo pure Singapore (-4%) e Sidney (-3,7%). A reggere, oltre alla vicina Hong Kong (-1,6%), sono stati però i mercati cinesi di Shanghai e Shenzhen, che hanno ceduto meno di un punto percentuale. Dai prossimi giorni si attendono segnali per capire se l’umore nero d’inizio settimana può restare una parentesi isolato o indica un nuovo preoccupante trend sui mercati finanziari globali.