Giorgio Mulè (FI) difende Imane Khelif: «Non è Frankestein e non ha barato»
Giorgio Mulè è tra i primi a prendere le difese di Imane Khelif tra le fila della maggioranza di centrodestra. Il deputato di Forza Italia parlando a Repubblica in parte si smarca dalla posizione di Giorgia Meloni, che aveva definito l‘incontro con Angela Carini «non alla pari» alle Olimpiadi di Parigi. Secondo Mulè è sbagliato innanzitutto accanirsi contro la pugile algerina: «Imane Khelif non è Frankenstein, si deve rispetto a una donna e a un’atleta. Piuttosto quanto successo alle Olimpiadi deve farci riflettere e intervenire nel mondo dello sport, che è rimasto indietro».
La reazione di Giorgia Meloni
Dalla premier era arrivata la condanna per aver permesso lo svolgimento del match. Secondo Mulè sarebbe un altro errore usare su quella vicenda le lenti della politica e parlare senza informarsi: «La corsa a schierarsi è sbagliata. Meloni non ha detto nulla di scorretto. In questa circostanza è venuta fuori l’ignoranza, si è confuso il transgender con l’intersessualità e nessuno di noi ha dimestichezza con l’intersessualità».
Il commento di Vannacci
Sul caso era arrivato un po’ tardivo anche il commento del generale Roberto Vannacci, che aveva parlato di un mondo sottosopra che andava raddrizzato. Mulè risponde: «La corsa a guadagnare un tweet si è portata dietro giudizi che sono infondati. Vannacci ha detto che la pugile algerina ha più cromosomi di un uomo? E quindi? Va lapidata? Khelif non ha barato, è una che sta nelle regola e ha un cromosoma che non è dipeso dal voler falsare le regole del gioco».
La corsa a schierarsi con Angela Carini
A proposito invece della corsa di diversi esponenti politici a schierarsi a favore di Angela Carini, Mulè commenta: «Ha mille ragioni sportive e forse questa storia può convincere tutti a ragionare sul mondo dello sport, che è in ritardo. Bisogna governare gli eventi e i cambiamenti». Quindi lancia una proposta: «Possiamo ragionare su una commissione o su un gruppo di esperti nominato dal Parlamento, qualsiasi cosa purché non siano leggi divisive. Propongo una sorta di codice dei diritti che dia il riconoscimento a chiunque vive una sessualità diversa o per natura è costretto a guardarsi dai pregiudizi».
Le fake news russe
Anche Mulè è convinto che la Russia stia cercando di destabilizzare le Olimpiadi con la diffusione di notizie false o distorte: «I russi ci provano sempre con le fake news, con l’inquinamento e anche in questo caso hanno provato a truccare le carte. Carini e la Federazione hanno fatto bene a rifiutare qualsiasi tipo di riconoscenza, sarebbero stati strumentalizzati e così non sarebbe dovuto essere».
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