Omicidio Sharon Verzeni, sequestrato un box vicino al luogo del delitto. I sospetti sul 40enne «attaccabrighe» avvistato in zona
Non si fermano le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola in provincia di Bergamo con quattro coltellate. I carabinieri di Bergamo hanno sequestrato un garage condominiale in via Castegnate, non lontano dal luogo dove la barista è stata aggredita. A far insospettire gli inquirenti è stata la presenza di una branda all’interno del box, di proprietà di un italiano. Gli spazi sono stati trovati in disordine e ora gli investigatori stanno valutando se l’assassino possa essersi nascosto proprio lì. Infatti, la recinzione che circonda il condominio, abitato da famiglie italiane e straniere, può essere scavalcata con facilità. Un’altra pista al momento battuta dagli inquirenti, secondo quanto riporta Bergamo News, segue le orme di un pregiudicato residente in un paese vicino, Capriate San Gervasio: potrebbe essere lui il killer. Si tratta di un 40enne senza fissa dimora, straniero, conosciuto nel piccolo Comune a una decina di chilometri dall’abitazione della vittima per la sua abitudine ad attaccare briga.
Il sospetto
A far concentrare i sospetti su di lui sono stati alcuni testimoni ascoltati dai carabinieri, che sostengono di averlo visto martedì mattina a Terno d’Isola in via Castegnate. Una circostanza che si verifica a distanza di poche ore dalla notizia della morte di Verzeni, portata in fin di vita in ospedale e deceduta la mattina seguente. Che per questo ha destato qualche sospetto. Al momento, l’uomo risulta irreperibile. Quando parlerà con gli investigatori, tuttavia, avrà modo di fornire la sua versione dei fatti, e anche eventuali alibi. Quello che sospettano gli investigatori, in ogni caso, è che il killer conoscesse i movimenti della sua vittima, e che l’abbia aggredita con l’obiettivo preciso di ucciderla. Non è escluso che si possa trattare di uno stalker.
Le passeggiate
Non ci sarebbe dunque il sospetto di una rapina finita male, dal momento che tutti gli effetti personali della 33enne sono stati trovati al loro posto. Tra questi, anche le cuffiette che la donna indossava mentre camminava, e che probabilmente le hanno impedito di sentire l’arrivo del suo aggressore. Verzeni lavorava nella pasticceria Vanilla di Brembate, era stata impiegata al centro estetico di Borgo Santa Caterina. Oltre ad aver cominciato a frequentare la chiesa di Scientology di Gorle. Su consiglio del dietologo, e per evitare le ore più calde, di solito usciva a fare una passeggiata quando il sole era calato.
Il Dna
Capitava che lo facesse in compagnia del fidanzato, Sergio Ruocco, che però la sera del delitto risulta essere rimasto a casa: era troppo stanco. I video delle telecamere di sorveglianza hanno confermato la sua versione, escludendo che l’uomo sia in qualsiasi modo coinvolto nell’omicidio. A chiamare il 112 dopo le coltellate è stata la stessa Verzeni: ha riferito al centralino di essere stata accoltellata, poi si è accasciata a terra e ha perso i sensi. L’agguato è avvenuto alle spalle, anche se un fendente letale è stato sferrato anche al torace. Si attendono per il momento i risultati dell’analisi degli indumenti della vittima, inviati nei giorni scorsi al Ris di Parma: potrebbero far emergere tracce del Dna dell’assassino.