Selva di razzi di Hezbollah su Israele, ma il leader Nasrallah ridimensiona la rappresaglia: «No all’escalation». E Putin chiede prudenza all’Iran

Diversi feriti in Israele, che risponde sorvolando Beirut a bassa quota. Le manovre militari di Teheran dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh

Israele e Hezbollah continuano a scambiarsi duri colpi di artiglieria e minacciosi messaggi di guerra a una settimana esatta dal raid israeliano su Beirut che ha colpito e ucciso il numero 2 della milizia sciita, Fuad Shukr. Lo Stato ebraico s’attende ormai da giorni la rappresaglia dei suoi nemici, resa ancor più “necessaria” dall’altro omicidio mirato eseguito poche ore dopo, quello del leader di Hamas Ismail Haniyeh eliminato nel cuore di Teheran. La snervante attesa continua. Questa mattina nel nord dello Stato ebraico sono suonate a lungo le sirene d’allarme a segnalare fitti lanci di droni e razzi in arrivo dal Libano. Le conseguenze più gravi si sono verificate poco a sud della città di Nahariya, sulla costa del Mediterraneo, dove diverse persone sono rimaste ferite dalle schegge di un razzo. Una rapida indagine interna dell’esercito israeliano ha poi chiarito che si è trattato di un suo errore: a cadere per errore su Nahariya è stato un razzo intercettore dello stesso Idf, il quale «ha mancato il bersaglio ed è caduto a terra, ferendo diversi civili». e ci sarebbero dei feriti. Hezbollah ha rivendicato l’attacco ma specifica di aver preso di mira obiettivi militari. Secondo dei funzionari Usa, Tel Aviv dovrà affrontare due ondate di attacchi: una dagli iraniani e una dalle milizie sciite libanesi. Le testate locali hanno riferito anche di feriti nel centro abitato di Mazra’a, sulla costa nordoccidentale. L’allerta nel Paese, soprattutto al Nord, resta massima, con l’indicazione ai civili (quelli non evacuati da tempo) di tenersi vicini ad un bunker.


Il timbro di Hezbollah e la risposta di Israele

Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato oggi uno sciame di droni contro Israele, ma ha sottolineato di aver preso di mira «obiettivi militari», e che comunque quella odierna non è da considerarsi la rappresaglia per l’uccisione di Fuad Shukr. Deve piuttosto essere inteso – ha detto una fonte della milizia alla Reuters – come una risposta a un attacco israeliano di questa mattina nel Libano meridionale dove sono morti quattro combattenti dell’organizzazione. Nel pomeriggio, per tutta risposta, aerei israeliani hanno volato a bassa quota sopra Beirut, rompendo secondo testimoni locali per ben due volte la barriera del suono, provocando il panico. Un avvertimento sinistro lanciato subito prima il programmato discorso del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.


Nasrallah e la rappresaglia «contenuta»

Rompendo per la prima volta il silenzio dopo l’eliminazione del suo braccio destro, Nasrallah ha confermato che «la nostra risposta arriverà e sarà forte, da sola o come parte di una risposta collettiva dell’intero fronte. La cosa principale è che ci siano determinazione, decisione e capacità». Nessuna indicazione sul cosa, come e quando della rappresaglia. L’anziano leader sciita s’è limitato a osservare che «l’attesa (israeliana) fa parte della punizione, della risposta e della battaglia che è anche psicologica». Eppure, così come in altre precedenti occasioni dal 7 ottobre in poi, Nasrallah ha di nuovo lasciato intendere di non voler innescare una guerra vera e propria con Israele, neanche dopo l’eliminazione di Shukr e Haniyeh. «Sono gli israeliani che cercano l’escalation. Noi abbiamo sempre tenuto conto della situazione in Libano e gestito la battaglia in modo da mantenere al contempo un fronte aperto di sostegno e festival di musica e ristoranti pieni». Quindi l’appello ai militanti e seguaci di Hezbollah a non essere impulsivi: «Costruiremo il nostro futuro insieme».

Le manovre iraniane e i «consigli» di Mosca

Sul fronte iraniano, nel frattempo, il Wall Street Journal ha riportato stamattina le dichiarazioni di alcuni funzionari Usa, rimasti anonimi, che avrebbero visto l’Iran spostare le postazioni dei lanciamissili. Dallo scorso fine settimana sarebbero in corso delle esercitazioni militari. Secondo l’intelligence statunitense lo scenario più probabile sarebbe quello di due ondate di attacchi, il primo da Hezbollah – non è chiaro che lo si possa dare già per iniziato -, il secondo dall’Iran. Di questo scenario sono stati informati sia il Presidente Joe Biden sia la sua vice e attuale candidata alle presidenziali 2024 Kamala Harris. A dire la sua su ciò che dovrebbe succedere (e non) è stato poi oggi anche Vladimir Putin. Secondo la Reuters, il presidente russo avrebbe raccomandato alla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, di rispondere in modo moderato all’uccisione di Haniyeh, sconsigliando esplicitamente di attaccare i civili israeliani. Il messaggio, secondo due alte fonti iraniane, sarebbe stato recapitato dall’ex ministro della Difesa Sergei Shoigu, che ieri a Teheran ha incontrato il neo-presidente Masoud Pezeshkian e il capo di stato maggiore dell’esercito Mohammad Bagheri Shoigu.

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