«Getting LOST», a settembre su Netflix arriva il documentario sulla serie che ha rivoluzionato la tv

In occasione del ventennale dalla prima puntata, Netflix rilascia un documentario su uno show che certificò il successo e l’efficacia del prodotto seriale

Forse lo scopo di Getting LOST sarà celebrare i vent’anni di quella che fu la serie che dimostrò ufficialmente, macinando numeri irripetibili (una media di 16 milioni di telespettatori nei soli Stati Uniti ai tempi della messa in onda in diretta), la funzionalità del prodotto seriale. Per questo Lost, a prescindere dai singoli gusti, è entrata di diritto non solo nella storia delle serie tv, ma in generale nella storia della tv. O forse Getting LOST servirà a spiegare una volta per tutte il finale della serie, uno dei più contestati di sempre, talmente atteso dal pubblico di tutto il mondo che perfino l’allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama preferì rimandare il classico discorso di fine gennaio sullo Stato dell’Unione. Un finale contestato non solo a causa della narrazione, che da action si fa quasi filosofica, ma perché nell’arco di sei stagioni e 114 episodi, tutti da togliere il fiato, con quella trama così trascinante («la più avvincente nella storia della televisione» secondo il New York Times), l’affezione e la curiosità verso i fatti salgono a livelli così alti ed intensi che era inevitabile che il finale, qualsiasi finale probabilmente, sarebbe stato condannato a rimbalzare nei cuori di chi tremava all’idea che quella storia geniale trovasse una fine e che magari, come è successo, alcuni dei misteri seminati durante le varie stagioni non trovassero una soluzione che fosse nitida, che non richiedesse un ragionamento articolato e autonomo da parte dello spettatore. Fatto sta che il 22 settembre, esattamente vent’anni dopo la messa in onda del primo episodio, vent’anni dopo quell’incidente aereo che dà il via ad una trama che – lieve spoiler – con la sopravvivenza di un gruppo di persone su un’isola deserta dopo un’incidente aereo, non c’entra quasi nulla, Netflix offrirà ai propri abbonati un documentario dedicato.


Getting Lost, il documentario Netflix

Tra i membri del cast presenti nel documentario figurano Evangeline Lilly (Kate), Daniel Dae Kim (Jin), Henry Ian Cusick (Desmond), Emilie De Ravin (Claire), Nestor Carbonell (Richard), Josh Holloway (Sawyer), Terry O’Quinn (Locke), Maggie Grace (Shannon), Jorge Garcia (Hurley), Michael Emerson (Ben), Malcolm David Kelley (Walt), Elizabeth Mitchell (Juliet) e Sonya Walger (Penny), oltre agli showrunner Damon Lindelof e Carlton Cuse, al regista Jack Bender e al compositore Michael Giacchino. Una carrellata di nomi e volti che certamente farà tornare l’acquolina in bocca a tutti coloro i quali nell’ultimo ventennio sono rimasti strabiliati dinanzi a una storia che sarebbe impossibile anche da raccontare, una storia che appassiona, creando una dipendenza totale, pur senza essere mai stata veramente definita. Di cosa parla Lost? Di un gruppo di naufraghi su un’isola deserta? No. Di un gruppo di persone che devono affrontare un posto magico? No. Delle dinamiche interpersonali all’interno di un gruppo di persone costrette in un luogo? No. Di una botola? Degli «altri»? Di un orso polare che si aggira su un’isola tropicale mentre un fumo nero ingoia senza una logica ben precisa? No, no e ancora no. La risposta più esatta forse è che Lost viviseziona l’inevitabilità e il potere del destino, di come e quanto l’uomo rimarrà sempre ago della bilancia nella sfida ancestrale tra il bene e il male. Azione, commedia, dramma, avventura, fantasy, sono tutte solo espressioni di una visione che è unica e solida: ci sono tante strade e portano tutte solo in un posto e il senso alla nostra vita lo diamo noi nell’applicarci passo dopo passo su come affrontare quel percorso. Per chi volesse ripassare la serie in vista dell’uscita del documentario, Netflix l’ha resa nuovamente disponibile. E per chi si dovesse trovare a Los Angeles o Londra, rispettivamente il 22 e il 19 settembre, la puntata pilota sarà proiettata al cinema.


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