La rivelazione di Malagò sul caso Imane Khelif, i messaggi dall’Iba ad Angela Carini prima del ritiro: «Le hanno fatto pressioni»
Si dice infastidito Giovanni Malagò per lo spazio che i media hanno dedicato al caso della pugile Imane Khelif contro Angela Carini. Le polemiche sulla sessualità dell’atleta algerina sono esplose alle Olimpiadi di Parigi dopo l’abbandono dell’azzurra, che ha lasciato il ring dopo appena 46 secondi. A quel gesto sono seguiti i commenti di politici italiani e stranieri, da quello di Ignazio La Russa all’ex presidente Usa Donald Trump, passando per Matteo Salvini, per buona parte alimentando anche la fake news sul fatto che Khelif fosse un uomo che combatteva contro una donna. Tutto quel clamore, spiega il presidente del Coni intervistato dalla Stampa, ha rischiato di mettere in ombra le medaglie azzurre, vinte da «atleti che si preparavano da anni».
Le pressioni dall’Iba su Angela Carini
Il problema per Malagò non è stato tanto aver parlato in abbondanza del caso Khelif-Carini, ma l’uso distorto che se n’è fatto: «Tutto viene strumentalizzato oggi dalla politica. A destra come a sinistra». Malagò poi rivela del confronto avuto con Carini in occasione dell’incontro al centro delle polemiche. In quell’occasione la pugile azzurra avrebbe ricevuto messaggi dai vertici della federazione mondiale di boxe, presieduta dal russo Umar Kremlev: «Angela mi ha mostrato le pressioni cui è stata sottoposta nei giorni precedenti l’incontro dall’Iba. Io le ho detto di non farci caso e di pensar solo a combattere». Messaggi che Malagò ha anche mostrato a Paolo Brusorio che lo ha intervistato.
Le garanzie del Cio su Khelif
Sul caso della pugile algerina alla quale il Cio ha permesso di gareggiare, dopo lo stop dell’Iba ai Mondiali dell’anno precedente, Malagò taglia corto: «Non parlo di quello che non conosco. Ho ricevuto dalla massima autorità medica del Cio il documento sulla regolarità della partecipazione di Khelif al torneo. Il resto sono chiacchiere che hanno travolto Angela. Non lancio nessun j’accuse, ma non mi sorprendo affatto che la questione sia diventata politica».
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