Lo schermidore Alessio Foconi replica agli insulti degli hater: «Gente annoiata. Ce l’ho messa tutta, non devo chiedere scusa»

L’atleta azzurro, subentrato come riserva nella finale del fioretto a squadre, sgonfia le critiche: «Non sono bulli»

L’esito della finale del fioretto a squadre maschile aveva deluso molti italiani. Gli azzurri Guillaume Bianchi, Filippo Macchi, Tommaso Marini e Alessio Foconi erano arrivati all’ottavo e penultimo assalto con una sola stoccata da recuperare agli avversari giapponesi. Il parziale negativo per 5 a 0 subìto dal subentrato Foconi aveva allontanato definitivamente le speranze dell’oro, esito che si è concretizzato con l’ultimo round che ha visto i nipponici trionfare con il definitivo 45-36. Alla delusione però si sono aggiunti gli insulti di molti utenti sul web nei confronti della riserva, Foconi. L’atleta ha deciso di ritornare su quegli attimi e ciò che ne è seguito in un’intervista al Corriere, dopo che la fidanzata l’aveva già difeso in un lungo post: «Ce l’ho messa tutta, non devo chiedere scusa a nessuno. La mia fidanzata è stata grande», ha commentato l’azzurro.


«Non mi aspettavo di essere preso a male parole»

A cogliere di sorpresa Foconi è stata infatti la reazione che si è scatenata sul web per l’oro perso: «Non mi aspettavo di essere preso a male parole». Tuttavia, la catena di insulti che sono seguiti alla sua prestazione hanno anche permesso di conoscere una folta schiera di utenti che hanno preso la sua parte: «C’è un rovescio positivo che mi ha sorpreso: la reazione di chi mi difende. Sono numerosi, in maggioranza, sto vedendo testimonianze di affetto. Non capisco l’astio, ma guardo ai commenti di chi mi ha detto “sei comunque un grande”, “sei speciale”, “non mollare”. Ci sono quelli che parlano a vanvera, però c’è anche parecchia bella gente». Se deve però catalogare chi si è sfogato contro di lui, Foconi non li reputa dei bulli: «È gente annoiata che cerca compagnia nei botta e risposta. Mi sento offeso? Nemmeno minimamente. E non ho cancellato i commenti: togliere o bloccare non serve». Proprio su questi si sofferma: «Se leggo “sei stato un peso”, “non ci hai capito nulla”, “sei una boa”, mi metto a ridere. Ma quando vedo le parolacce, tra me e me ne dico una pure io: sei un c…, cerca di scrivere qualcosa di meglio».


Sulla finale persa: «Mi sono impegnato ma non ho fatto la differenza»

Ritornando a quegli istanti, dai primi assalti fino alla sua entrata in pedana, Foconi non si recrimina niente: «Io non ho fatto nulla di male: ho solo disputato la frazione di una gara, che ha comunque dato l’argento alla squadra, in cui purtroppo non sono riuscito a mettere cinque stoccate. Sono rimasto sempre a fianco dei compagni, ho finito senza voce tanto li incitavo. Quando sono entrato non ho fatto la differenza, però l’impegno l’ho messo tutto». I suoi colleghi gli sono rimasti accanto dopo il suo assalto: «Sono il veterano, loro sono i miei ragazzi: li ho coccolati dopo ogni assalto. Mi hanno ricambiato dopo il mio, abbracciandomi per non farmi sentire a disagio. Non era scontato, ma hanno capito che un k.o. può capitare a tutti. Abbiamo costruito un gruppo e abbiamo valori comuni: però il mio dispiacere rimane e non posso farci nulla».

«Nessuno può togliermi questa medaglia»

Foconi sapeva che sarebbe dovuto entrare per la regola della scherma a squadre che vieta di assegnare una medaglia a chi non fa il proprio ingresso in pedana: «So che in un assalto breve puoi fare la differenza oppure non azzeccare nulla. Però nessuno può togliermi questa medaglia». Nel futuro di Foconi potrebbe esserci la partecipazione ai Giochi di Los Angeles 2028, un appuntamento da sfruttare per avere una rivincita: «Sono fortunato, il fisico è a posto, ho ancora voglia e mi va di stare in un gruppo giovane e di talento. Magari tra quattro anni metterò le stoccate dell’oro…».

In copertina: EPA/MARTIN DIVISEK I La squadra maschile di fioretto con la medaglia d’argento al collo durante la cerimonia di premiazione, 4 agosto 2024

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