L’aborto, il salario minimo e «gli strani»: chi è Tim Walz, il mite radicale scelto da Kamala Harris come vice

Il sessantenne governatore del Minnesota con un passato da militare è la scelta di Kamala Harris per il ticket presidenziale democratico

Tim Walz è il candidato vicepresidente scelto da Kamala Harris per sfidare Donald Trump e J.D.Vance alle elezioni del 5 novembre. Dopo 16 giorni di attesa e molte pressioni da parte di esponenti di peso e donatori del partito, la nomina del governatore del Minnesota – progressista sui diritti ma moderato in materia economica e sociale – per il ticket presidenziale mostra chiaramente la direzione che prenderà a partire da oggi la campagna elettorale della vicepresidente.


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Una mossa rischiosa da parte di Harris che, invece di scegliere un democratico di successo di uno swing state, punta tutto sul governatore di uno Stato solidamente democratico da 50 anni ma capace di parlare la stessa lingua di operai e contadini della Rust Belt. Con l’obiettivo di mostrare le contraddizioni di un ticket repubblicano formato da due miliardari – Trump e Vance – che flirtano con l’America dimenticata dai liberal. Stasera i due appariranno per la prima volta insieme alla Temple University di Philadelphia per il comizio elettorale che, dopo la nomina ufficiale di Harris come candidata del Partito democratico, apre una nuova fase della campagna elettorale. Non si è fatta attendere la reazione dello staff di Donald Trump che ha definito Walz un «radicale di sinistra».

Tim Walz, chi è il candidato dem alla vicepresidenza

Sessanta anni, due figli, originario di un paesino di 3.500 abitanti del Nebraska, Walz è al suo secondo mandato come governatore del Minnesota, dopo aver servito lo Stato del Midwest per 12 anni da deputato al Congresso, vincendo sei elezioni anche nelle zone più rurali e conservatrici. Prima di iniziare il suo percorso politico, il candidato alla vicepresidenza ha trascorso 24 anni tra i riservisti della Guardia nazionale degli Stati Uniti e insegnato alle scuole superiori, dove è stato anche allenatore della squadra di football. Ed è proprio tra le palestre della Mankato West High School che Walz inizia a manifestare la sua doppia anima di mite democratico attento ai bisogni degli elettori in difficoltà – il tipico Minnesota nice, come ha scritto Nate Silver – e lo spregiudicato difensore dei diritti civili. In quel liceo il prof di geografia con il cappellino mimetico sceglie di sostenere un gruppo di studenti decisi a creare un’alleanza tra eterosessuali e gay, tra i confini di uno Stato dove solo tre anni prima un governatore democratico aveva imposto il divieto di unione tra persone dello stesso sesso. «Avevano davvero bisogno di essere spalleggiati dal loro coach – ha raccontato Walz in un’intervista di qualche anno fa -, che era un soldato, etero e sposato».

Le battaglie di Tim Walz

Con la stessa placida fermezza, da governatore del Minnesota si è battuto per i diritti delle persone transgender ponendo fine per legge alle brutali “terapie di conversione” sui minori, e garantendo un accesso equo alle terapie sanitarie. Sostenitore del diritto all’aborto, lo scorso anno ha firmato due leggi che hanno fatto scuola nell’America stravolta dal ribaltamento della «Roe vs Wade» per mano della Corte Suprema: la prima garantisce ai cittadini del Minnesota il «diritto fondamentale di prendere decisioni autonome» in materia di assistenza sanitaria riproduttiva; la seconda offre riparo legale e politico a cittadine e operatori sanitari che scelgono il Minnesota per praticare aborto. Appassionato di caccia, ha avuto per anni il sostegno della potente National Rifle Association of America, a cui ha rinunciato dopo la strage del 2018 nella scuola di Parkland in Florida, virando il suo impegno sulla regolamentazione delle armi da fuoco.

Perché Tim Walz piace a moderati e giovani

Nonostante l’approccio radicale in materia di diritti, Walz ha dimostrato di essere capace di conquistare anche l’elettorato moderato riuscendo nell’impresa di convincere molti elettori repubblicani e indipendenti del Minnesota a votare per lui. Ha cancellato le tasse universitarie per gli studenti a basso reddito e reso gratuite le mense scolastiche; ha tagliato le tasse al ceto medio e ha aumentato quelle sulla benzina e sugli investimenti dei cittadini con i redditi più alti. Negli anni da governatore ha conquistato anche i sindacati, aumentando il salario minimo, favorendo le alleanze tra i lavoratori dei settori pubblici e privati e istituendo congedi retribuiti per motivi medici e familiari. «Non si vincono le elezioni per accumulare capitale politico, si vincono le elezioni per bruciare capitale politico e migliorare le vite delle persone», ha detto lo scorso anno in un comizio. Considerato uno dei governatori più attivi sul tema del contrasto del cambiamento climatico, Walz ha chance di convincere l’elettorato più giovane anche grazie alle sue posizioni liberali in tema di liberalizzazione delle droghe leggere. Sui due dei fronti più controversi della sfida elettorale – il confine infuocato con il Messico e la guerra a Gaza – il governatore non si è esposto in maniera significativa. Un atteggiamento che se, da un lato, consolida l’immagine di uomo dedicato ai problemi “interni” del Paese; dall’altro lascia spazio agli attacchi degli avversari, che hanno fatto di immigrati e guerre armi potenti della campagna elettorale.

Da politico invisibile ad autore di meme

Walz è stato fuori dai radar nazionali fino a quando ha iniziato a mostrare un lato più divertente e ironico sui social attraverso video girati insieme alla figlia vegana, battezzati “daddy jokes”. È lui l’autore della frase «Trump e Vance sono tipi strani (weird people)», diventato un meme vivente della campagna elettorale e un’ossessione del tycoon, che più volte nei giorni scorsi ci ha tenuto a ribadire in tv e sui social di non essere «un tipo strano».

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