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L’accusa su don Andrea Melis, il prete arrestato per abusi sessuali su minori: «Sapeva da tempo di avere l’Hiv»

07 Agosto 2024 - 08:55 Redazione
Il sacerdote è in terapia da una decina di anni, rendendo il virus non trasmissibile se la cura viene seguita con costanza. In corso analisi sulle vittime per verificare che non ci siano state infezioni

È portatore di hiv, il virus che può provocare l’Aids, e ha avuto rapporti sessuali non protetti il prete Andrea Melis, sottoposto agli arresti domiciliari a Genova con l’accusa di violenza sessuale su minori. È quanto affermato dalla giudice per le indagini preliminari, Milena Catalano, che ha sottolineato la «pericolosità» del sacerdote, il quale ha messo a rischio la salute soprattutto di uno dei giovani, sotto più fronti. Le indagini hanno rivelato un contesto complesso. Le analisi mediche effettuate sul ragazzo, all’epoca 12enne, hanno dato esito negativo per l’Hiv. Il sacerdote, stando a quanto riferisce la Repubblica, è in terapia da una decina di anni, rendendo il virus non trasmissibile se la cura viene seguita costantemente. Questo ha portato il pubblico ministero Federico Panichi a non contestare il reato di lesioni gravissime. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare se altri futuri test risultassero positivi.

Le manipolazioni, i regali, l’autorità

Come già emerso, il meccanismo sembrava ormai ben rodato. L’uomo, dirigente della scuola elementare Assarotti e insegnante di musica, manipolava i ragazzini con regali in cambio di effusioni, massaggi e baci rubati. Veri e propri abusi. Offriva loro sigarette elettroniche, birre, bibite energetiche e abbigliamento di marca. A volte, distribuiva mazzette di denaro. Tutto questo a condizione che non dicessero nulla ai loro genitori. I giovani acconsentivano, non solo per il desiderio di ottenere quegli oggetti spesso proibiti, ma anche perché – come accertato dalla gip Milena Catalano – nutrivano un certo rispetto per la figura autorevole di Melis.

L’Hiv

Gli avvocati difensori di Melis, Raffaele Caruso e Graziella Delfino, hanno informato gli inquirenti della sieropositività del loro assistito, ma i carabinieri erano già a conoscenza della situazione, avendo trovato prescrizioni di farmaci antiretrovirali durante le perquisizioni. I legali hanno dichiarato che Melis vive con l’hiv da 12 anni e che la terapia ha reso il virus non rilevabile e, quindi, non trasmissibile. Il sospetto delle autorità è che possano esserci altre vittime tra Finale Ligure e Genova. Il sacerdote era noto nella chiesa di Sant’Antonio da Padova e nella scuola Assarotti. I carabinieri hanno esortato eventuali vittime a farsi avanti. Oltre al dodicenne, altri giovani hanno evitato gli approcci del prelato. La principale vittima ha confermato le molestie, affermando di aver ricevuto denaro e regali in cambio del silenzio. Intanto, oggi è previsto l’interrogatorio di garanzia davanti alla giudice per le indagini preliminari, ma Melis si avvarrà della facoltà di non rispondere.

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