Gaza, il messaggio a sorpresa della Casa Bianca: «Israele e Hamas mai così vicine a un accordo sul cessate il fuoco»

Il consigliere per la sicurezza di Joe Biden, John Kirby, si dice convinto che un accordo sia a portata di mano. «Sinwar? Ha le mani sporche di sangue, ora firmi»

Israele e Hamas non sono mai stati così vicini a chiudere un accordo per il cessate il fuoco a Gaza. A rivelare lo scenario inaspettato – nelle ore in cui lo Stato ebraico attende l’annunciata rappresaglia da parte dell’Iran per l’uccisione a Teheran del capo della milizia palestinese Ismail Haniyeh – è stata oggi la Casa Bianca. «Siamo più vicini di quanto pensiamo di essere mai stati» a quell’accordo, ha detto fiduciosi il consigliere per la sicurezza di Joe Biden, John Kirby, in un briefing coi cronisti. Reale considerazione o auspicio nella speranza che si realizzi? Non sembra essere un caso che l’azzardo arrivi proprio all’indomani della nomina del successore di Haniyeh alla guida politica di Hamas: nient’altro che Yahya Sinwar, l’imprendibile architetto del 7 ottobre da mesi rifugiatosi nei tunnel sotto Gaza, da dove guida da tempo le operazioni militari della milizia. «C’è una buona proposta sul tavolo di entrambe le parti, e devono accettarla», è lo sprone di Kirby, anche per agevolare la de-escalation nel più ampio quadro regionale. «Non vogliamo di certo vedere una guerra regionale su larga scala. E tutto indica che l consigliere per la sicurezza di Joe Biden, John Kirby, ianche altre parti in causa vogliono la stessa cosa…».


Il pressing sul grande nemico Sinwar

Venendo a Gaza, dunque, il messaggio degli Usa per Sinwar è chiaro, così come la valutazione del suo profilo. «Quell’uomo è un terrorista. Ha sulle mani una quantità orrenda di sangue», eppure non si potrà evitare di parlare – pur indirettamente – con lui perché cessino al più presto le ostilità. «È sempre stato il decisore supremo nei negoziati negli ultimi mesi. Nei fatti, dunque, non cambia nulla», sostiene Kirby. «Deve decidere. E deve accettare l’accordo». Per l’amministrazione Usa comunque resta una breve distanza da percorrere per giungere all’obiettivo. Ciò non toglie che gli Usa restano pronti anche a sostenere Israele sul piano militare qualora la situazione regionale, invece, dovesse sfuggire di mano. «Posso dire con certezza che gli Usa sono e restano in una postura di sostegno alla difesa di Israele con un’ampia gamma di capacità militari. Quel che altre nazioni decidono di fare o non fare è affar loro».


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