Il medico dell’Iba insiste su Imane Khelif e Lin Yu Ting: «Su di loro test genetici: i profili erano maschili»
Alla caotica conferenza stampa dell’Iba organizzata a fatica lo scorso 5 agosto a Parigi c’era anche il dottor Ioannis Filippatos, medico ginecologo, oggi presidente dell’European Union Boxing Committee affiliata all’Iba ed ex presidente del comitato medico dell’Iba. Filippatos intervistato dalla Verità nega di aver partecipato alla conferenza stampa, ma le sue parole sono citate da diversi media durante quell’occasione, a cominciare dal Time, essendo stato lui a capo della commissione medica che nel 2023 decise sulle squalifiche ai Mondiali in India. Era presente anche Gabriele Martelli, presidente del comitato allenatori dell’Iba. Poi si è collegato anche il capo dell’associazione mondiale di boxe non riconosciuta dal Cio, il russo Umar Kremlev.
La versione di Filippatos
Filippatos ha ribadito di conoscere i test effettuati su Imane Khelif e Lin Yu Ting, che avevano portato all’esclusione delle due pugili ai mondiali del 2023, ma dai verbali non sarebbe mai emerso che le due atlete fossero transessuali.. Nell’intervista di Francesca Ronchin alla Verità, il medico sostiene che l’algerina e la taiwanese sono biologicamente maschi e quindi non avrebbero diritto a gareggiare con le donne, come invece ha deciso di fare il Cio alle Olimpiadi di Parigi. Scoppiato il caso con l’incontro finito con l’abbandono di Angela Carini, l’Iba aveva tentato una conferenza stampa di chiarimento. Ma secondo quanto raccontano diversi media internazionali, come Il Washington post, quell’occasione è stata confusa e contraddittoria.
I test dell’Iba
A proposito dei test svolti nel 2023 su Khelif e Ting, Filippatos dice: «Sono test genetici realizzati sul sangue e sono stati realizzati in due laboratori specializzati. Il Sistema Tip Laboratuvari di Istanbul e il Dr Lal PathLabs di Nuova Delhi, laboratorio accreditato dal College of American Pathologist di Northfield, Illinois. E certificato dall’Iso, l’organizzazione svizzera per la standardizzazione. Non so perché il Cio non li voglia riconoscere, ma il risultato è chiaro: dall’analisi cromosomica è emerso il cariotipo maschile». Lo stesso Filippatos ammette comunque che sarebbe necessario svolgere altri esami per escludere che le due atlete possano avere o meno un disordine dello sviluppo sessuale. Riconosce che si tratta di esami «invasivi», ma «necessari per garantire la sicurezza degli atleti».
Le proteste su Imane Khelif anche dall’Italia
Il medico dirigente dell’Iba sostiene che nel 2022 c’erano state diverse proteste da parte di «almeno 22 paesi, tra cui anche l’Italia» sul caso di Imane Khelif. Secondo Filippatos, le lamentele che hanno preceduto i test del 2022 e poi portato a rifarli nel 2023 erano partite perché c’erano «dubbi sul fenotipo dell’atleta, in pratica che i suoi caratteri sessuali secondari, a partire dalla struttura corporea, non fossero in linea con quelli delle altre atlete, e così, dopo svariate richieste l’Iba ha deciso di approfondire».
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