Mattarella nega l’incontro «urgente» a Nordio, slitta a settembre: lo scivolone del ministro che ha irritato il Quirinale

L’annuncio di un faccia a faccia urgente sull’emergenza carceri era stato fatto dal ministro alle agenzie di stampa. Ma al Quirinale nessuno sapeva nulla. Finché non è arrivata una Pec, con enorme ritardo

Non ci sarà subito, ma a settembre l’incontro al Quirinale che il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva annunciato, mentre riesplodeva lo scontro tra governo e opposizioni sull’emergenza carceri e il bilancio dei suicidi in cella che si aggrava drammaticamente ancora in questi giorni. Un rinvio che rivela una forte irritazione da parte del Capo dello Stato, che ha negato l’incontro al ministro dopo un’uscita considerata del tutto irrituale. Per non parlare del rischio di coinvolgere il Quirinale nello scontro politico, sul dibattito sempre rovente tra giustizia e politica, come spiega sul Corriere della Sera Marzio Breda.


L’annuncio e la Pec ore dopo

Ma l’errore di Nordio che ha irritato Sergio Mattarella è stato innanzitutto di metodo. Il ministro aveva affidato alle agenzie di stampa l’annuncio di aver chiesto un incontro urgente con il Capo dello Stato, dopo l’approvazione del decreto Carceri contestato dalle opposizioni. Nordio aveva detto di voler parlare con Mattarella di come affrontare «a breve e medio periodo» l’emergenza carceraria e la sua intenzione di aumentare i giudici di sorveglianza. Ma come risulta a Open, Nordio aveva lanciato quell’annuncio senza che il Quirinale ne sapesse nulla. E mentre l’annuncio dalle agenzie dilagava sui siti, da via Arenula c’è chi ha aspettato ore perché arrivasse il passo formale. Solo alle 21 di mercoledì scorso, infatti, al Quirinale è arrivata la Pec in cui Nordio chiedeva a Mattarella di essere ricevuto.


Il decreto Carceri

Il decreto Carceri è stato comunque promulgato ieri da Mattarella, mentre crescevano i malumori nella maggioranza per i tempi lunghi presi dal Quirinale sul provvedimento che abolisce il reato di abuso d’ufficio. Come spiega Breda, lo staff presidenziale ha valutato e soppesato il contenuto del decreto, come quello di altri, in particolare sulla presenza di una norma sul «peculato per distrazione». Norma che in parte compenserebbe la cancellazione dell’abuso d’ufficio. Ma dal Quirinale ci si aspetta una riforma della Giustizia più corposa, così come la maggioranza aveva annunciato ormai lo scorso anno.

L’abuso d’ufficio e i richiami di Mattarella

Il decreto sull’abuso d’ufficio sarebbe arrivato sulla scrivania di Mattarella solo oggi 9 agosto, ultimo giorno utile per la firma che dovrebbe quindi arrivare in giornata. Sul tema il Capo dello Stato si era già espresso nel luglio 2023, quando aveva messo in guardia sui rischi, anche nei rapporti con l’Ue, dell’abolizione dell’abuso di ufficio assieme alla riduzione del peso del cosiddetto traffico di influenze. Più che un ammonimento costituzionale, per Mattarella era un richiamo a rimanere in linea con la legislazione europea sulla lotta alla corruzione. Abolire quei reati, secondo il Quirinale, avrebbe potuto complicare i rapporti con Bruxelles. Tensioni in cui la Presidenza della Repubblica non ha alcuna intenzione di farsi coinvolgere.

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