La svolta di Kiev che invade la Russia, il gas e la centrale russa: a cosa punta Zelensky. I dubbi sulle armi italiane inviate per difesa
C’è un’importante centrale nucleare nella regione di Kursk, dove da quattro giorni avanza l’esercito ucraino. In quella stessa regione passa un gasdotto cruciale per la rete russa. Un obiettivo appetibile per gli ucraini, che dopo due anni e mezzo di conflitto potrebbero puntare ad avere la loro «Zaportizhzhia russa», come ipotizza sul Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi. Da marzo 2022 le truppe russe occupano la grande centrale nucleare ucraina. Da allora quel luogo tanto simbolico quanto logisticamente cruciale alimenta i timori internazionali di possibili incidenti catastrofici, mentre si combatte intorno alla centrale. La possibile minaccia alla conduttura ha già portato all’aumento del 5% sul prezzo del mercato di Amsterdam, che ha toccato il nuovo picco dell’anno.
La minaccia di una nuova «Zaporizhzhia»
Uno scenario che gli ucraini potrebbero ripetere e ribaltare in territorio russo, al confine con l’Ucraina. Per quanto non sia ancora chiaro fin dove si siano spinte le truppe di Kiev. Secondo gli analisti statunitensi, sarebbero avanzate ad almeno 15 km dal proprio confine. Dopo quattro giorni di combattimenti, Kiev ha rotto il silenzio a cominciare dal consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak, secondo il quale «la guerra sta corrodendo la Russia all’interno del suo territorio». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato gli «eroi» del blitz e ha rilanciato che ora Mosca deve conoscere com’è vivere con la guerra in casa.
Il via libera dell’Ue
La mossa che potrebbe segnare una svolta nella guerra ha incassato anche il via libera dell’Unione europea. Da Bruxelles la convinzione è che in questo caso la miglior difesa non poteva che essere l’attacco, che rientra nel «legittimo diritto dell’autodifesa dell’Ucraina», ha detto il portavoce degli Affari Esteri dell’Ue, Peter Stano. Più freddi gli Stati Uniti, che dicono di non essere stati informati dell’iniziativa ucraina.
I dubbi nel governo sulle armi italiane a Kiev
Secondo la Stampa, la posizione della premier Giorgia Meloni sul blitz ucraino non è del tutto contraria. Sempre che l’obiettivo resti quello di costringere Putin a sedersi a un tavolo negoziale. Ma nel governo italiano c’è chi come Matteo Salvini torna a frenare sull’invio di armi all’Ucraina. Ancor di più ora che Kiev si è messa in modalità esplicitamente di attacco. Che le armi inviate dall’Italia siano usate non solo per scopi difensivi, ma anche offensivi, pare complicato da chiarire. Lo conferma una fonte del ministero della Difesa citata dalla Stampa, secondo cui «quasi per nessuna» delle armi italiane inviate in Ucraina è possibile capire per cosa poi vengono usate.
Gli obiettivi di Zelensky
Da un lato il possibile assedio della centrale nuclerare di Kursk, dall’altro anche la strategia militare ucraina che secondo gli analisi punta ad attirare riservisti russi, laddove le forze di Mosca sembrano al momento più sguarnite. Così il Cremlino potrebbe essere costretto a sfoltire le truppe nel Donbass e da Kharkiv, su cui Kiev non ha mai smesso di sperare in una riconquista.
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