La rabbia di Fiona May sul razzismo per la figlia Larissa Iapichino: «Dicono che non è italiana, l’Italia sta andando indietro»
Non è il quarto posto di sua figlia Larissa Iapichino nel salto in lungo alle Olimpiadi di Parigi a infastidire la madre Fiona May. La 22enne allenata dal padre Gianni ai Giochi di Los Angeles avrà 26 anni e sarà in quell’occasione che il podio potrà essere più che una speranza. Sua madre però mastica amaro mentre scorre sui social i commenti di chi mette in dubbio l’italianità di sua figlia. Larissa Iapichino è nata a Borgo San Lorenzo, studia giurisprudenza all’Università di Firenze e tifa Fiorentina. Ma come racconta la madre ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, il clima intorno alla figlia è sorprendentemente negativo.
Il razzismo su Larissa Iapichino
«Il problema è il colore della pelle – tuona la campionessa del lungo, due ori mondiali e due argenti olimpici – che non dovrebbe appunto essere un problema. A maggior ragione nello sport». Fiona May attacca i social, che quando gareggiava lei non c’erano. Oggi quei commenti le dimostrano come «l’Italia è andata indietro di vent’anni. Vent’anni fa non c’era tutto questo razzismo. O forse semplicemente non c’erano i social. I social su cui qualcuno scrive che Larissa non è italiana. Ma come si può?».
Le nazionali di calcio
Di quegli insulti e insinuazioni di razzismo, Fiona May non riesce a capacitarsi. Invita a guardare le nazionali di calcio, ben più popolari dell’atletica, come quella francese «quasi esclusivamente composta da neri: gli allenatori vanno a cercarli per strada, li includono, li coinvolgono. Lo stesso accade in Inghilterra. Il centravanti della nazionale belga è da dieci anni Romelo Lukaku. Perché in Italia non ci sono neri in Nazionale?».
Italia razzista?
Più che definire l’Italia un Paese razzista, Fiona May se la prende con il clima generale e con certi commenti dei telecronisti che confermerebbero i suoi sospetti: «L’Italia sta andando indietro anziché andare avanti. Che c’è qualcosa, nel subconscio del Paese… Non mi piace neppure quando i telecronisti dicono: Larissa ha un papà italiano, la mamma invece… Io ho gareggiato con la maglia azzurra tutta la vita».
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