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La psicologa delle Farfalle alle Olimpiadi dopo le denunce di abusi nella ginnastica: «Trovai uno tsunami, erano devastate»

Ginnastica ritmica Italia
Ginnastica ritmica Italia
Già arrivare a Parigi per le atlete della ritmica è stata un'impresa non scontata secondo Marcella Buonous. Il lavoro complicato sulle atlete dopo le denunce contro l'allenatrice. La rinascita delle «Guerriere» anche grazie a Emanuela Maccarini

C’è una psicologa dietro la rinascita delle Farfalle azzurre, dopo che nella ginnastica ritmica era scoppiato il caso delle denunce di abusi da parte delle atlete dell’Accademia di Desio. La prima a novembre 2022, quando l’ex delle Farfalle, Nina Corradini e Anna Basta, avevano rivelato le loro storie. L’Accademia viene commissariata con urgenza e viene revocata la direzione tecnica a Emanuela Maccarini. L’allenatrice alla fine del processo sportivo verrà solo ammonita. Lo scorso dicembre arriva la sua rivincita dopo tante polemiche, torna alla guida tecnica di Desio e porta le Farfalle alla qualificazione alle Olimpiadi di Parigi. Nel mezzo, spiega alla Stampa la psicologa Marcella Buonous, c’era tanto da ricostruire per riportare un clima sereno.

L’arrivo dopo lo «tsunami»

La psicologa racconta di aver iniziato il suo lavoro non appena è scoppiato il caso. «Sono entrata all’Accademia di Desio, a casa Maccarini, nel novembre di due anni fa: proprio quando scoppiò il presunto scandalo della ritmica», spiega Buonous incaricata dal vicepresidente della Federazione ginnastica. «Trovai uno tsunami, quelle ragazze erano devastate». Il suo obiettivo era di portare innanzitutto benessere nell’ambiente, favorire un’armonia ormai distrutta dall’eco del presunto scandalo.

«Si chiameranno Guerriere»

In quei giorni la ritmica si è ritrovata al centro delle attenzioni mediatiche, dopo le accuse nei confronti dell’allenatrice di «violenze e umiliazioni per non farci mangiare», denunciata all’epoca Corradini. In quello scenario, il lavoro di Buonous è stato prezioso perché tutto l’ambiente riuscisse a voltare pagina. Tanto che oggi spiega: «Farfalle? Non so se si chiameranno ancora così. Forse cambieranno il nome, saranno Guerriere».

L’impatto sulle atlete delle denunce

Il lavoro di Buonous è andato avanti portando avanti un cammino in due fasi: la prima con gli sviluppi del processo sportivo e ordinario, la seconda sulla ripresa del lavoro in palestra con in testa la qualificazione a Parigi. L’ambiente della ritmica a Desio viene descritto come devastato, sopratutto per il legame strettissimo tra le atlete e le ex che avevano denunciato: «Nessuno tra le Farfalle si aspettava una cosa così. Erano sorelle», spiega Buonous.

L’impatto delle indagini

Che il clima non fosse dei migliori lo conferma un aneddoto di Buonous. Quando un giorno è andata al centro sportivo di Brescia e qualcuno tra gli inquirenti la ferma alla porta e le chiede di identificarsi. «Hanno sequestrato i telefoni alle atlete. Poco più che adolescenti. Lì c’era il loro mondo. Esperienza durissima per tutte. Poi, è iniziato un lavoro minuzioso anche con lo staff». Buonous riconosce quanto Maccarini in quella fase sia stata «eccezionale», perché «mi ha permesso di lavorare in libertà. Mi ha detto “guarda serenamente il mio telefono”. Sono stata facilitata anche dalla disponibilità che lei ha avuto».

Il «punto zero» per puntare alle Olimpiadi

Finita la fase del processo e con il ritorno di Maccarini alla guida tecnica, per le Farfalle iniziava il vero lavoro: «È stato un punto zero – dice Buonous – Siamo partite con la preparazione mentale. Quindi attenzione alla concentrazione, alla routine pre-gara e alla riattivazione. È un gruppo coeso, ma le ragazze sono una diversa dall’altra. Ora ogni atleta ha una respirazione personalizzata. E poi c’è quella del sonno. Abbiamo messo a punto le tecniche veloci, ma è stato anche possibile farle in tempi così stretti perché lei me l’ha permesso».

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