Omar Bassi morto a 23 anni, il malore in vacanza due settimane dopo il pestaggio in discoteca. I familiari accusano i buttafuori

Secondo la cugina Michelle, il giovane si era trovato al centro di un litigio per difendere il fratello minore e il cugino. Due settimane dopo avrebbe avuto un’emorragia cerebrale che gli sarebbe stata fatale

Lo scorso 20 luglio Omar Bassi, 23 anni, era in una discoteca di Origgio, in provincia di Varese. Si divertiva con gli amici in occasione di una festa di compleanno, sembrava una serata tranquilla. Poi però, verso le 3 di notte, era scoppiato un litigio al tavolo vicino a loro, e lui e i suoi amici erano stati coinvolti. Secondo i testimoni, la situazione degenera fino a che non intervengono i buttafuori, «almeno in cinque», e colpiscono Omar con particolare violenza. Da quei colpi, il giovane non si sarebbe mai ripreso: è morto il 5 agosto per un’emorragia cerebrale dopo un malore avuto la sera prima. Secondo la madre Giuseppina Sala, che ha presentato denuncia al posto di polizia del «Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli» di Reggio Calabria, la causa della morte sarebbe da ricercare proprio in quella serata di violenza in discoteca.


Il pestaggio

Michelle Sala, la cugina di Omar, ha raccontato al Corriere: «Omar detestava la violenza. Lui era quello che divideva le persone, non era un attaccabrighe. Anche quella sera, ha solo difeso suo fratello minore e suo cugino. Adesso non c’è più, ha salvato diverse vite grazie all’espianto dei suoi organi. E noi vogliamo giustizia». Secondo la denuncia e i racconti dei presenti, «Omar aveva la bocca piena di sangue, una mano tagliata e vari segni in testa» dopo essere stato colpito alla faccia e al capo. Non viene però chiamato il 112: sono i genitori ad accompagnarlo all’ospedale Sacco di Milano.


Le visite

Lì rimane per qualche ora, poi rincasa prima della visita in pronto soccorso. Due giorni dopo, è costretto tuttavia a tornare in ospedale: ha dei dolori che non gli danno tregua. «Ma a Garbagnate — spiega la mamma — dove gli viene fatta una “tac” encefalo, e l’esito non fa emergere nulla di particolare». I medici si limitano a prescrivere un antidolorifico. «Durante i giorni successivi — aggiunge Giuseppina Sala — mentre lo osservavo, ogni tanto sembrava perso nel vuoto, assente. Ma cercavo di stare serena». Dunque, i primi di agosto, la famiglia parte per andare in vacanza a Reggio Calabria, dove hanno affittato una casa.

Il malore

Il malore avviene tra quelle quattro mura, nella sera del 4 agosto: Omar, dopo la doccia, si sente male e perde i sensi. Chiamano l’ambulanza, che lo trasferisce all’ospedale di Locri e poi a Reggio Calabria. Ma non c’è nulla da fare, è troppo tardi. Omar muore il mattino seguente. L’esame autoptico, avvenuto ieri, si è svolto al cospetto di un perito di parte nominato dalla famiglia Bassi su consiglio del loro legale. «Poi riporteremo Omar a casa — spiega la cugina —. Su questa storia vogliamo arrivare fino in fondo». La discoteca, nel frattempo, ha annunciato di essere «chiusa fino a nuova comunicazione».

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