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La preoccupazione di Romano Prodi per le guerre in corso: «Un incidente potrebbe innescare una tragedia»

10 Agosto 2024 - 08:13 Redazione
romano prodi putin gas
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L'intervista dell'ex presidente del Consiglio a Repubblica: «La situazione internazionale non è mai stata così fragile»

«Oggi mi preoccupa la possibilità di un incidente. In una situazione di tensioni diffuse e al momento tutte prive di soluzioni a vista. Un incidente potrebbe innescare una vera tragedia. E all’incidente ci siamo già andati vicini in più di un’occasione. Ecco, quello mi preoccupa e mi angoscia, perché tra la guerra a Est che non si ferma e quella in Medioriente che cresce, la situazione internazionale non è mai stata così fragile». Parola dell’ex presidente del Consiglio Romano Prodi in un’intervista a Repubblica. Sulla guerra a Gaza «se ne discute da tempo di una tregua, e ogni volta ci si spera, più che crederci. Perché qui il rischio è che si arrivi a una tregua a Gaza quando Gaza non c’è più». E spiega, analizzando il confronto Iran-Israele e la guerra Russia-Ucraina «in questi giorni sì, il fronte mediorientale è il più rischioso per tutti. Ma per gli effetti sugli equilibri internazionali è ancora la guerra tra Russia e Ucraina il terreno su cui bisognerebbe riuscire a intervenire in cerca di un accordo. Ma nessun accordo ci sarà fino a che non si voterà in America, e quindi è inutile farsi illusioni, almeno per i prossimi mesi».

Prodi, Giorgia Meloni e l’Italia «paese dove prevale l’inedia»

Nella sua intervista Prodi sottolinea come nello scacchiere internazionale l’Italia resti ai margini: «Mi sembra che nel Paese prevalga l’inedia, a tratti il nulla assoluto, il che ci sta relegando a un ruolo di pressoché totale irrilevanza. E anche questo non mi è di grande conforto». A Bologna qualche giorno fa si è riaccesa la polemica sulla matrice neofascista della strage, col coinvolgimento anche della premier Giorgia Meloni: «Purtroppo quest’anno non ho potuto esserci. Però una cosa credo che la si possa dire: rispettare le sentenze per quello che sono e per quello che dicono sarebbe doveroso, da parte di tutti, indipendentemente dal ruolo che ciascuno ricopre».

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