«Le leggi italiane? Mai così lunghe e complesse». L’analisi di Legislab che potrebbe rivoluzionare i lavori parlamentari con un software

Andrea Colombo, dottorando in Data Analysis e Decision Science, vincitore alla Camera di un contest per integrare l’intelligenza artificiale nell’attività legislativa, racconta la sua ricerca e spiega come lavorerà il software

Le leggi italiane sono sempre più difficili da comprendere, e negli anni sono diventate più lunghe, complesse e interconnesse. Ecco quanto emerge dei risultati dell’analisi di tutte le leggi nazionali effettuata da Legislab, un software basato sull’intelligenza artificiale che, come si legge nella sua presentazione, «si propone di analizzare e monitorare l’attività legislativa italiana dalla Costituzione ai giorni nostri» per comprenderne l’evoluzione e la complessità, «avvalendosi di tecnologie innovative di analisi dei dati e di intelligenza artificiale generativa». A idearlo, all’inizio del 2024, e a realizzarlo con l’aiuto di colleghi, professori e collaboratori, è stato Andrea Colombo, dottorando in Data Analysis e Decision Science del Politecnico di Milano. L’idea del ricercatore classe 1996 è stata premiata lo scorso 25 luglio tra i progetti vincitori di un contest indetto dalla Camera dei Deputati per integrare l’intelligenza artificiale nei lavori parlamentari.


«La qualità delle leggi italiane scende sempre di più»

Ma cosa è in grado di fare Legislab? Il software crea una rete di cui ciascuna legge rappresenta un nodo, in modo da evidenziare le connessioni tra di esse. Inoltre, effettua un’analisi della complessità e della qualità delle leggi secondo diversi parametri. Tra questi: leggibilità, lunghezza e quantità delle parole usate, lunghezza delle frasi, percentuale di parole comuni e non comuni. I risultati si possono consultare anche in forma di grafici e da essi emerge un trend costante: secondo i parametri stabiliti, la qualità delle leggi odierne è peggiore rispetto al passato. In altri termini, vengono usate più subordinate e parole lunghe. Di conseguenza, i testi ottengono bassi punteggi negli indici di leggibilità Flesch Reading-Ease e Gulpease, basati sulla lunghezza delle parole e delle frasi.


LEGISLAB / Analisi della Legge: Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione

«Leggi più lunghe e complesse»

«C’è una grande differenza rispetto al passato», spiega Colombo commentando il risultato del suo software a Open. «La si riscontra anche nella letteratura scientifica. Dopo la Prima Repubblica, all’inizio della Seconda, c’è stato un netto cambiamento nella qualità delle leggi. Prima si facevano tante leggi piccole: relative a un solo argomento e con pochi articoli. Oggi invece si fanno molte meno leggi, ma più lunghe, relative a più argomenti – che in alcuni casi sono diventati anche più complessi-, e molto interconnesse tra di loro. Ma è un fenomeno che dobbiamo studiare più approfonditamente e capire meglio».

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LEGISLAB / Diminuzione della leggibilità delle leggi secondo l’indice di Gulpease

Il chatbot per le proposte di legge

Un altro strumento utile di Legislab, spiega Colombo, «è il chatbot che permette di fare domande specifiche per formulare proposte di legge». Con esso è possibile estrapolare gli atti riguardanti un argomento specifico – ad esempio la tutela del benessere animale o la regolamentazione sui prodotti derivati dalla cannabis – indicando l’ambito su cui si vuole formulare la proposta. «In questo modo – spiega Colombo – chiunque voglia fare una nuova proposta di legge può sapere facilmente quali sono i riferimenti normativi esistenti in merito all’argomento scelto». Il vantaggio dell’intelligenza artificiale è quello di non dover ricercare tramite parole chiave. Si possono usare anche termini meno specifici di quelli dei legislatori, perché l’AI può riconoscerli comunque e usarli per fornire una lista di leggi simili a quella proposta dal cittadino e di leggi istituzionali di riferimento da rispettare nella sua eventuale realizzazione.

«Alla Camera a settembre»

Ora che è stato premiato, quando vedremo Legislab e gli altri progetti fare il loro ingresso alla Camera? «Siamo già in contatto con i tecnici», afferma Colombo delineando le stesse tempistiche indicate da Anna Ascani in un’intervista su Wired, in cui la vicepresidente si augura che i passi dei deputati vengano seguiti dai senatori. Nel frattempo, spiega il dottorando, il sito verrà migliorato, dato che ora esiste solo come prototipo e non può sopportare grandi afflussi di traffico.

Le difficoltà

Inoltre, si proverà a risolvere alcuni problemi incontrati nella creazione del software. «La parte più difficile è sempre reperire i dati. Con le leggi nazionali alla fine ci siamo riusciti, ma le leggi regionali si stanno rivelando più difficili. Ciascuna regione utilizza un proprio sistema, che in qualche modo dovranno essere unificati in un’interfaccia compatibile con i lavori di tutte e venti».

L’intelligenza artificiale alla Camera dei Deputati

Il concorso vinto da Legislab era stato anticipato da mesi di audizioni con esperti e soggetti interessati del settore, tre cui una delegazione di Open AI e Google e Meta – che hanno dato inizio al percorso che lo scorso 25 luglio ha portato alla premiazione dei tre progetti considerati i migliori esempi di come usare l’AI per migliorare l’attività legislativa italiana. Oltre a Legislab, i vincitori, scelti tra 28 candidati da 15 università e centri di ricerca, sono stati GenAI4Lex sviluppato da un consorzio di università (Alma Mater, Luiss, Cnr, Università di Torino) per aiutare i parlamentari nella scrittura delle leggi e valutarne la compatibilità con il quadro normativo attuale, e DepuChat, chatbot sviluppato dall’Università Roma 3 e dall’Università di Firenze a cui i cittadini possono chiedere lumi circa l’attività dei propri rappresentanti in Parlamento.

In copertina: ANSA/ANGELO CARCONI | L’Auletta dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, Roma, 11 giugno 2024.

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