Tormentoni estivi a confronto: la top ten degli anni Settanta – La serie

Viola Valentino – Comprami (1979)

«La mia croce e la mia delizia», con queste parole Viola Valentino racconta in un’intervista quello che rimane effettivamente il suo unico successo discografico. Questo perché non tutti percepirono a primo acchito l’ironia di un brano, capolavoro assoluto, che recita «Comprami, io sono in vendita», specie le femministe del tempo che non la presero per niente bene. Forse perché Viola Valentino inaugura la propria carriera come modella, posa due volte per la copertina di Playboy, era già ai tempi un’icona della sensualità all’italiana, ma il bigottismo dell’epoca, ancora in formissima nonostante siamo ad una mezza manciata di mesi dai sfavillanti anni ’80, rifiuta l’audacia di quella hit, la presa di posizione netta da parte di una donna che decide consapevolmente di rendere il proprio amore un oggetto, se è il caso anche da vendere. A certe critiche ha risposto la stessa Viola Valentino: «Ma quale prostituzione! Le femministe non hanno mai avuto simpatia per questo brano, poi con il tempo hanno capito, spero, che non era un “comprami” inteso come lo si potrebbe intendere. Che si dovrebbe dire allora di Renato Zero con Mi vendo?! Lui si vende e io mi faccio comprare». Il brano in realtà, specie rileggendolo oggi, non rappresentava niente di spudorato o sconcio, anzi, era quasi dedicato al romanticismo nerd, quello di chi, appunto «non è mai stato un artista», «non sa cos’è una conquista», non ha «lo sguardo da fico».