Tormentoni estivi a confronto: la top ten degli anni Settanta – La serie

Pooh – Tanta voglia di lei (1971)

Nel 1971 i Pooh stanno vivendo una crisi, sono addirittura quasi sul punto di sciogliersi, il successo ottenuto ormai quasi quattro anni prima con Piccola Katy, giunta fino al settimo posto della hit parade, non riesce a replicarsi, un pò perché i lavori proposti non sono particolarmente esaltanti, un pò perché quel beat di matrice anglosassone, vagamente beatlesiano, non è mai più stato centrato e l’Italia era, ieri come oggi, comunque patria del bel canto. Ma per arrivare a Tanta voglia di lei, quel colossale classicone che conosciamo, ce n’è voluta di fatica. La melodia non è mai stata in discussione, Roby Facchinetti la pensò su un pianoforte verticale da 150mila lire pagato a rate, fu il testo che proprio non voleva venire. Sulla scia di My Sweet Lord di George Harrison, sempre a proposito di Beatles, venne pensata da Daniele Pace una prima versione che buttava assai sul mistico dal titolo La mia croce è lei, che recitava «Mi dispiace, oh mio Signore/La mia croce è lei» e che fu unanimemente considerata una tragedia. Poi si passò da Tutto il tempo che vorrai e da Meno male, nel frattempo il progetto torna nelle mani di Valerio Negrini, storico paroliere della band, che comunque non riusciva ad uscirne, i testi delle prime versioni del brano erano tutti inascoltabili. Poi un giorno finalmente si arrivò a Nel mondo tanta voglia di lei, poi accorciato nel più funzionale Tanta voglia di lei. Il brano non solo rappresenterà il primo vero successo della band, la prima vetta della classifica della loro carriera, mantenuta per ben quattro settimane, ma anche la svolta musicale che segnerà il percorso ancora oggi in hype del progetto, nonché la prima manifestazione dei Pooh come band aldilà della figura carismatica di Riccardo Fogli, che a quanto pare ci rimase discretamente male della scelta del produttore Giancarlo Lucariello (genio musicale che portò in Italia All the Time in the World di Louis Armstrong per intenderci) di affidare la prima voce del brano a Dodi Battaglia. E fu sempre Lucariello a imporsi, come ammetterà in futuro «un pò da bulletto», con Franco Crepax, direttore artistico della CGD, affinché Tanta voglia di lei fosse il Lato A del disco in uscita e non l’anonima Tutto alle tre. E fu sempre di Lucariello l’idea di battere il ferro finché ancora caldo pubblicando subito dopo Pensiero, la canzone che porterà i Pooh ad essere definitivamente la band che ancora oggi viene celebrata come colonna della musica italiana.