Tormentoni estivi a confronto: la top ten degli anni Settanta – La serie

Adriano Pappalardo – Ricominciamo (1979)

«Questa canzone sarà il mio epitaffio» ha dichiarato Adriano Pappalardo in una recente intervista e questa inevitabilmente è una di quelle storie di canzoni talmente efficaci da tenere per il collo chi le ha interpretate per tutta la vita. Parliamo ovviamente di Ricominciamo, sette milioni di dischi venduti con la versione italiana, due con quella in spagnolo. Massima espressione di un talento che poi la tv trasformerà nella macchietta cinematografica del maschio alfa, duro e puro, tutto muscoli e grinta, ma che in quel 1979 ha già dieci anni di carriera non sfavillante alle spalle. La skill più evidente è chiaramente la voce, che impressionò perfino Lucio Battisti, con il quale negli anni si sviluppò una lunga collaborazione, sfociata poi soprattutto nel brano È ancora giorno (non l’apice del lavoro della coppia Battisti/Mogol) e una grande amicizia. Ricominciamo risultava vintage anche nel 1979. Erano anni quelli in cui si guardava ai drammoni amorosi strazianti con un certo disinteresse, attraverso lo specchietto retrovisore, non fu un caso infatti che Vittorio Salvetti, patron del Festivalbar, rifiutò il brano, salvo poi, dopo il successone in radio, pretendere Pappalardo ospite durante la finale all’Arena di Verona. Si tratta di un brano praticamente didascalico, una preghiera amorosa urlata, cantata con una tale verve da assumere quasi dei tratti comici, cosa che non sfuggì alla Gialappa’s Band che nel 1996 la utilizzò come sigla finale del loro cult assoluto Mai dire gol.