Tormentoni estivi a confronto: la top ten degli anni Settanta – La serie

Umberto Tozzi – Gloria (1979)

Nel 1978 Umberto Tozzi è già ai vertici della discografia italiana, in repertorio ha già Ti amo e Tu, un successo talmente consolidato che sente il bisogno di dare nuova luce alla propria produzione, così, decide di lavorare il nuovo singolo all’estero. Troppo spaventato dall’attraversata oceanica, opta per la Germania, per la precisione Monaco di Baviera. Tutto parte da un’intuizione da professionista vero, Tozzi si rende conto che negli Stati Uniti, da sempre termometro del mercato musicale globale, al netto della rivoluzione punk, comunque ancora in voga, le good vibes degli anni ’60, provenienti soprattutto dalla West Coast, quindi la California, funzionano in maniera piuttosto fresca. Certo, serve un esperto, così viene ingaggiato Greg Mathieson, che in repertorio ha già collaborazioni con Barbra Streisand, Ringo Starr e Donna Summer, ma soprattutto è lui l’autore della trascinante colonna sonora di Grease. Solitamente in questa rubrica raccontiamo di brani poco considerati che poi esplodono di un successo lucente, stavolta invece il cantante, come ha dichiarato, era perfettamente consapevole di aver azzeccato un pezzo vincente. Naturalmente la storia di Gloria è necessario declinarla in due parti: quella italiana e quella straniera. Già perché il brano gasa così tanto Mathieson da spingerlo a proporre il pezzo al noto producer ed ex calciatore tedesco Jack White, che nel 1982 la affida a Laura Branigan, talentuosa corista di Leonard Cohen, la stessa che due anni più tardi trascinerà in vetta alle classifiche Self Control di Raf. La versione americana di Gloria diventa un successo planetario e senza tempo, tanto che la Branigan riuscirà ad ottenere anche una nomination ai Grammy. Si potrebbe serenamente definire il più importante dai tempi di Nel blu, dipinto di blu, ma con un valore forse anche maggiore, giocando un campionato decisamente più ricco e moderno, arrivando a toccare la seconda posizione della U.S. Billboard Hot 100, una classifica che fa la differenza. Il brano vive di una funzionalità disarmante, si narra che perfino il grande direttore d’orchestra Von Karajan interruppe un’intervista per ascoltare alla radio questo brano che gioca sulla doppia semantica del sostantivo che coincide con il nome di una donna, alla quale la canzone è evidentemente dedicata. In realtà il primo a provare a proporre al mercato americano Gloria fu proprio Tozzi ma, come racconta in un’intervista: «Ho provato a entrare negli Usa… ma mi hanno riaccompagnato alla frontiera».