Conte “riduce” il campo largo: «Mai con Renzi, ha capacità demolitoria e ricattatoria»

La condizione posta dal leader pentastellato in un’intervista a La Stampa: «Persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più»

Matteo Renzi nel campo largo con Pd e M5S? Se ieri Nicola Zingaretti non aveva chiuso questa ipotesi oggi arriva il no secco del leader grillino Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio in un’intervista a La Stampa spiega: «Il nostro dna ci spinge a costruire questo progetto con la massima lealtà e spirito autenticamente unitario. Proprio per questo sarà impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria». E non si fida del leader di Italia Viva: «Assolutamente no, e non è una questione personale. Non mi posso fidare di chi da tempo più che politica fa affari in giro per il mondo. La somma aritmetica poi non funziona: persone così invise portano qualche voto e ne tolgono molti di più».


Campo progressista e il rapporto con Grillo

«Se all’esito del processo costituente l’assemblea degli iscritti dovesse votare un indirizzo incompatibile con il lavoro svolto finora, sarei il primo a trarne le immediate conseguenze», spiega Conte in merito al lavoro fatto finora sulla linea progressista. E Beppe Grillo? «Ci vedremo tutte le volte che è opportuno e necessario», spiega Conte. E sul limite dei due mandati: «Non intendo condizionare un esperimento così radicale di democrazia partecipativa anticipando mie posizioni su singole questioni».


Giuseppe Conte e l’Ucraina

Conte si dichiara non d’accordo sull’ok dell’Unione Europea alle ultime azioni di Kiev nella regione russa di Kursk: «Non sono d’accordo con questa improvvida dichiarazione della Ue: con questa azione non siamo più nella logica della difesa perché contribuisce attivamente all’escalation». «Io ho condannato e condanno l’invasione russa, ma nel 2022 c’era già una concreta proposta di accordo per la pace che è
stato fatto saltare. E in questi mesi in cui sembravano aprirsi spiragli per i negoziati, sia le scelte del governo dell’Ucraina – che viene rifornita con le nostre armi- che il governo italiano e la comunità internazionale stanno affossando ogni possibilità di pace».

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