L’inviato delle Iene Luigi Pelazza bloccato al confine dal Marocco, lo stop in vacanza con la famiglia: «Devo scusarmi col re» – Il video

Le autorità marocchine considerano l’inviato delle Iene «persona non gradita», dopo una sua inchiesta sulla prostituzione minorile a Marrakech

Non può mettere piede in Marocco l’inviato delle Iene Luigi Pelazza, a meno che non chieda scusa al Re. Tutta colpa di una sua inchiesta del 2017, in cui la Iena aveva indagato sulla prostituzione minorile a Marrakech. Pelazza racconta a Repubblica la disavventura che lo ha costretto a interrompere temporaneamente le sue vacanze in camper con la famiglia. Da alcuni giorni è rimasto bloccato al confine tra Spagna e Marocco. Ora però teme che dovrà «mollare il colpo», se vuole riunirsi con moglie e figli che intanto sono potuti entrare nel Paese.


Il viaggio

Pelazza ha spiegato che dalla Francia in camper è andato in Spagna. Poi a Tarifa vicino a Gibilterra. Lo scorso 9 agosto con la famiglia ha lasciato il camper in un campeggio sicuro e si è imbarcato su una nave per Tangeri. Quando a bordo la polizia controlla i documenti, arrivato il turno del giornalista delle Iene «gli agenti si guardano e mi dicono che io non posso entrare». Quando gli spiegano che si tratta di un problema che risale al 2017, capisce che quello stop è dovuto alla sua inchiesta.


L’inchiesta sulla prostituzione minorile

Nel suo servizio andato in onda nel 2017, Pelazza aveva raccontato che in una piazza a Marrakech «delle minorenni si prostituivano e ricordo che mentre giravano il servizio ci hanno interrotto e ci hanno fatto il foglio di via immediato. Mi sequestrarono telecamere e materiale, che però poi ci hanno ridato. Quindi il servizio uscì».

L’aiuto della Farnesina

A quel punto Pelazza torna a Tarifa, mentre la sua famiglia prosegue per il Marocco con una coppia torinese con cui viaggiavano. La Iena chiama la Farnesina che lo mette in contatto con l’ambasciata a Rabat. Da tre giorni però non riceve risposte e ora potrebbe cedere alle richieste delle autorità marocchine per poter raggiungere la sua famiglia.

Le scuse

Le autorità marocchine hanno spiegato a Pelazza che per rimettere piede in Marocco dovrà scusarsi: «Dovrei fare una lettera di scuse a sua maestà il re per aver messo in cattiva luce l’immagine del Marocco. Lettera che io farò rivendicando però il motivo per cui ero stato lì e spiegando che denunciare le cose che non vanno in un Paese non equivale a dichiararsi nemico di quel Paese».

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