Paola Egonu e l’elogio al mister: «Sono fierissima della nostra impresa. Velasco ha creato la squadra»

La campionessa fa un bilancio degli ultimi mesi dopo la vittoria delle azzurre dell’Italvolley alle Olimpiadi di Parigi 2024

«È la giornata più bella della mia vita. Sono ancora incredula, ma sono fierissima e contentissima di quello che abbiamo fatto». Appare stupefatta e felice Paola Egonu, parlando a La Stampa dopo la conquista dell’oro da parte delle azzurre dell’Italvolley, in una delle finali più attese delle Olimpiadi di Parigi 2024. Le atlete sono salite sul podio tenendosi per mano. Egonu ha inoltre vinto il titolo di migliore giocatrice del torneo e di miglior opposto. Praticamente un sogno diventato realtà: «Abbiamo vinto la competizione che tutti gli atleti sognano e avere la mia famiglia, il fidanzato, gli amici qui per me che mi sostengono è stupendo», ha raccontato ancora la campionessa.


La lezione di Velasco

Egonu riconosce anche il contributo dato dal ct Julio Velasco: «Direi che le due rullate di Velasco ogni giorno sono servite». Suo il merito di aver «creato la squadra», di aver messo «ogni punto forte dell’atleta insieme e a cercare di coprire i punti di maggiore difficoltà». E, a livello individuale, Egonu spiega che il mister l’ha «tranquillizzata molto»: «Ho ritrovato serenità, così posso dare il mio cento per cento». Sembrano lontani insomma i giorni in cui pensava di abbandonare la Nazionale: «Tutto questo vale tanto, vale essere riuscita a rialzarmi e a intraprendere un’altra avventura con questa squadra, con questo gruppo».


Un cambio di rotta

Insomma, il vento ha iniziato a girare dalla parte giusta. «Dai primi giorni ho capito che stava succedendo qualcosa di magico, e poi dalla tranquillità con cui abbiamo vissuto questa estate. Sono mesi bellissimi questi. Quando si stava bene tutte insieme e c’era aiuto reciproco se magari capitavano delle giornate un po’ più buie. Una tranquillità durata l’intera estate»», racconta. «La cosa più importante è dare sempre il massimo, però in una situazione in cui magari non mi trovo bene cerchiamo di provare a giocare più di tattica», prosegue.

La dedica

Che nello specifico significa «togliere l’attaccante principale oppure semplicemente creare della confusione per fare il nostro muro e difesa: è una cosa che mi ha aiutato molto». Nel giorno del trionfo, Egonu pensa ai suoi affetti. Dedica infatti l’impresa a suo nonno, che «è venuto a mancare. Mi ha sempre seguita, mi ha educata in un certo modo. Mi ha detto che un giorno questa medaglia l’avremmo vinta. Quindi sono contenta».

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