La minaccia di Putin: «Nessun negoziato dopo l’attacco di Kiev». L’allarme dei governatori russi sull’avanzata ucraina nel Kursk
Non ci sarà alcun negoziato di pace con Kiev a causa dell’offensiva ucraina. A dirlo è il presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass. «Di cosa possiamo parlare con gente che colpisce indiscriminatamente i civili e cerca di minacciare le centrali nucleari?», ha sottolineato Putin, che ha convocato una riunione al Cremlino per discutere di quanto sta accadendo al confine con l’Ucraina. Per il presidente russo, Kiev avrebbe attaccato il territorio «con l’aiuto dell’Occidente» per migliorare la sua posizione in vista di future trattative e «scuotere la situazione politica interna» in Russia. Per la sua invasione del territorio russo, continua Putin – citato da Ria Novosti – «l’Ucraina riceverà una degna risposta» e Mosca «raggiungerà tutti gli obiettivi» che si è posta. Da martedì scorso nella vicina regione russa di Kursk è, infatti, in corso la più significativa offensiva delle truppe ucraine dall’inizio dell’invasione russa del 2022.
«28 località in mani ucraine nel Kursk»
Stando alle ultime informazioni riportate dalle agenzie di Mosca, sarebbero 28 le località della regione di Kursk cadute nelle mani delle forze ucraine, che sono avanzate fino ad una profondità di 12 chilometri in territorio russo su un fronte largo 40 chilometri. A riferirlo è il governatore della regione, citato dalla Tass, che ha inoltre accusato le forze armate ucraine di aver utilizzato armi chimiche nella loro avanzata. Parlando in videoconferenza in un incontro con il leader del Cremlino, Smirnov ha affermato che alcuni «agenti di polizia e il capo di una comunità rurale sono rimasti intossicati» quando sono stati colpiti oggi nel distretto di Belovo dal fuoco dell’artiglieria ucraina, che ha usato appunto «armi chimiche»: lo riporta la Tass.
L’evacuazione dei civili nella regione di Belgorod
Nel frattempo, continuano le operazioni di evacuazione dei residenti da alcuni distretti al confine con l’Ucraina. Sono 121.000 i civili che hanno dovuto lasciare le zone dei combattimenti nella regione russa di Kursk in seguito all’avanzata delle truppe ucraine. Lo ha reso noto il governatore, Alexei Smirnov, in un incontro con il presidente Putin. Il governatore, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha aggiunto che 12 civili sono stati uccisi e 121 feriti, di cui 10 bambini. L’evacuazione dei residenti era stata annunciata in mattinata dallo stesso governatore Smirnov: «Stanno arrivando i rinforzi, con cannoni e cingolati. Facciamo di tutto per garantire la sicurezza dei civili».
Come si muovono gli ucraini
Secondo quanto ricostruito stamane da Repubblica ci sono piccole unità ucraine, in genere composte da quattro-cinque veicoli blindati, che si inseriscono in profondità nella regione di Kursk. Colpiscono nelle retrovie dei reparti russi. E non permettono di decifrare le direttrici dell’avanzata. L’elemento chiave del generale Syrsky, è la sorpresa. Il territorio occupato dagli ucraini attualmente sarebbe di circa 450 chilometri quadrati, dentro cui i soldati di Kiev occupano i villaggi uno ad uno.
L’incendio a Zaporizhzhia
Un incendio, ora domato, ha colpito ieri sera – domenica, 11 agosto – il sistema di raffreddamento della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalle forze armate russe. Kiev e Mosca accusando a vicenda di esserne responsabili. In merito al rogo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha un team sul posto, rassicura che «non c’è alcun impatto sulla sicurezza nucleare» mentre i sei reattori sono spenti. Il capo dell’amministrazione istituita dai russi nella regione, Vladimir Rogov, ha dichiarato nelle prime ore di oggi che l’incendio è stato «completamente domato».
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