Sharon Verzeni, una vita con Sergio, la pasticceria e quel viaggio in Grecia programmato per il 16 agosto

Si infittisce il mistero sulla 33enne uccisa a Terno d’Isola. Chi la conosce la definisce tranquilla, circondata da pochi affetti: «Era una ragazza d’altri tempi»

Sembra una storia davvero inspiegabile, quella che vede protagonista Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d’Isola in provincia di Bergamo con quattro coltellate. I conoscenti della donna continuano a ripetere quanto fosse a modo, riservata, tranquilla. L’omicidio è piombato senza preavviso in quella vita circoscritta nei confini di Terno d’Isola, dove viveva, la casa dei genitori a Bottanuco e il bar della pasticceria Vanilla di Brembate, dove lavorava. E l’esame del suo cellulare, scrive il Corriere, conferma il quadro disegnato sulla base delle testimonianze.


L’ultima notte

Dal telefono, infatti, non sarebbero emersi movimenti o contatti particolari. Almeno secondo quanto trapela finora. Sharon viveva insieme al compagno, Sergio Ruocco, che a volte l’accompagnava nelle sue passeggiate serali. Ma non in quella della notte del delitto: Ruocco, idraulico originario di Seriate, in vista della levataccia che lo aspettava il mattino seguente scelse di rimanere a casa a riposare. «Se avessi saputo che sarebbe uscita a mezzanotte non l’avrei lasciata andare», ha detto al Corriere della Sera. 


La relazione

La sua relazione con Sharon durava da tredici anni. Il 16 agosto sarebbero partiti insieme per una vacanza in Grecia, a Karpathos. Anche con riferimento alla vita di coppia, tutto sembra normale: stavano insieme da tempo, tre anni fa era arrivata la convivenza, il prossimo anno sarebbero arrivate le nozze. Tutto senza apparenti intoppi, così come il lavoro alla pasticceria Vanilla. Quel giorno, il turno di Sharon era finito alle 15. Arrivava sempre in orario, a bordo della sua utilitaria. Era capitato che in passato sia lei che Sergio uscissero a mangiare una pizza con i colleghi del bar.

Il racconto

Inizialmente tuttavia Sharon avrebbe voluto intraprendere la carriera da estetista. Aveva infatti studiato al Centro di formazione professionale come estetista e, dopo il diploma, lavorato a lungo per un centro estetico di via Borgo Santa Caterina, a Bergamo. Anche in quel caso, aveva lasciato un ricordo affettuoso nelle persone con cui aveva interagito. Come una vecchia cliente, Oriana, che al telefono l’ha descritta così: «Era una ragazza composta, riservata, un po’ d’altri tempi. Era sempre in giro con lo zainetto, allora si muoveva con i mezzi pubblici o l’accompagnava il papà».

La semplicità

La loro conoscenza ha avuto modo di approfondirsi quando Sharon ha iniziato ad andare da lei per fare cerette o manicure. «La incontrai alla fermata dell’autobus e mi disse: “Se vuoi vengo anche a casa”». E ancora: «Era così educata che le proposti di tenere i miei due bambini per l’estate, ma con il lavoro al centro non ce la faceva». Chiacchieravano, durante le sedute. «Un sabato le chiesi: “Cosa fai stasera, esci?”. E lei, con tutta la sua semplicità mi rispose: “Vado con il mio fidanzato a mangiare un gelato”. Mi disse di essere diventata zia, era felice».

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