Emanuela Orlandi, il fratello Pietro e i nuovi audio delle torture: «Basta fa male, Dio perché?»

La registrazione è stata fatta analizzare dagli esperti del Sismi, che inizialmente hanno concluso che la voce corrispondeva a quella di Emanuela. Poi la versione degli inquirenti è cambiata

«Fa male, basta. Dio perché?». Pietro, fratello di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno 1983 e mai ritrovata, ha concesso l’ascolto un altro audio dell’epoca che potrebbe gettare nuova luce sul caso. Il 17 luglio 1983, quasi un mese dopo la scomparsa della ragazza, viene recapitata presso la sede dell’Agenzia Ansa in via della Dataria una cassetta audio. Pochi giorni prima, un’altra cassetta era stata trovata sotto il colonnato di San Pietro, ma era stata prelevata dai funzionari del Vaticano. Nonostante le analisi e le conclusioni ufficiali, rimangono molti dubbi sugli audio. Nel 2016, Pietro Orlandi ha recuperato una parte di questa nuova registrazione originale e l’ha riversata su un cd. il contenuto della cassetta inviata all’Ansa, ora rivelato dal Fatto Quotidiano, è inquietante.


Cosa c’è nella registrazione

La cassetta è divisa in due lati. Il lato A contiene voci maschili che, con accento straniero, leggono un comunicato ufficiale in italiano. Il messaggio è chiaro: viene richiesta la liberazione di Mehmet Ali Ağca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, in cambio della liberazione di Emanuela Orlandi. Il lato B è ancora più inquietante. L’audio, di cui Pietro Orlandi ha concesso un estratto, contiene suoni e parole frammentate che sembrano provenire da una giovane ragazza sottoposta a torture. In sottofondo si percepisce il rumore di un proiettore, suggerendo l’uso di due apparecchi distinti: uno per proiettare la scena e uno per registrare l’audio. La voce della ragazza è angosciante: parla di dolore e sangue, ripetendo frasi come «Fa male», «Basta, mi sento male» e, in preda alla disperazione, chiede: «Dio, perché?».


Le analisi del Sismi

La registrazione è stata fatta analizzare dagli esperti del Sismi, che inizialmente hanno concluso che la voce corrispondeva a quella di Emanuela Orlandi. Tuttavia, pochi giorni dopo, gli inquirenti comunicarono alla famiglia Orlandi che, in realtà, si trattava di spezzoni di un film pornografico, assemblati da un mitomane per creare confusione. Ercole Orlandi, il padre di Emanuela, ascoltò personalmente il nastro e dichiarò di aver riconosciuto la voce di sua figlia, in particolare quando la ragazza chiede disperatamente di poter dormire.

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