Olimpiadi, parla Malagò: «Dal ministro Abodi non mi sarei mai aspettato quell’uscita. La partita non è finita»

Il numero uno del Coni difende il suo incarico: Almeno venti atleti mi hanno chiesto se era vero che li stavo lasciando, comunque da Andrea non me lo sarei mai aspettato

«Non vorrei sembrare poco elegante, ma dal 90% degli organismi sportivi, atleti inclusi, ho ricevuto segnali molto positivi, affettuosi e chiari. Inoltre non si può trascurare il consenso del 67% dell’elettorato qualificato. Ho letto anche le parole di Luca di Montezemolo, mi hanno fatto molto piacere… Tra me e il ministro non c’è nulla di personale, tuttavia mi chiedo cosa sarebbe successo, a parti invertite, se a 5 giorni dalla chiusura dei Giochi avessi dichiarato che lui avrebbe dovuto lasciare. Almeno venti atleti mi hanno chiesto se era vero che li stavo lasciando, comunque da Andrea (Abodi ndr) non me lo sarei mai aspettato». A parlare è il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervistato dal Corriere dello Sport, parlando del suo futuro alla guida del Comitato olimpico italiano. Una poltrona da cui il governo vorrebbe farlo traslocare dopo le Olimpiadi di Parigi appena chiuse. Il ministro dello Sport, sullo stesso quotidiano, qualche giorno fa definì concluso il mandato del numero uno del Coni, con una battuta: «Dalle poltrone ci si deve alzare». «Certo, ma non prima che la partita sia finita, soprattutto se si sta vincendo. Come faccio a perdermi il finale?», risponde Malagò. La norma sul limite dei mandati non vale per Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico dal 2003: «Premetto che sono felice che Luca possa continuare a dirigere un organismo che ha avuto uno sviluppo verticale e che ho sostenuto fin dal primo momento. Ma è come se avesse azzerato le lancette. Se è possibile per uno non capisco perché non possa esserlo per altri. O meglio, lo capisco, purtroppo».


Leggi anche: