75enne strangolata dal marito a Castelnuovo di Porto, le versioni contrastanti del pensionato: «L’ho uccisa per farle un favore»
L’82enne Carmine Alfano ha strangolato sua moglie, la 75enne Lucia Felici, la mattina del 9 agosto, al culmine di una lite avvenuta nella loro abitazione di Castelnuovo di Porto, a nord di Roma. Ma se il delitto è stato presto confessato, le motivazioni dietro il folle gesto rimangono un mistero. Alfano, che tutti in paese chiamavano ‘Frank’, ha infatti offerto agli investigatori versioni contrastanti e a tratti inverosimili. «L’ho uccisa per farle un favore. L’ho liberata. Ha smesso di soffrire». Oppure: «L’ho fatto perché aveva il mal di testa». Il gip Sabrina Lercioni non ha convalidato il fermo dell’83enne, disponendone però la custodia cautelare in carcere. Dalla sua ordinanza, scrive Repubblica, emerge anche un tentativo di depistaggio.
Il depistaggio
‘Frank’, impiegato in pensione, avrebbe addirittura messo un coltellino in mano alla donna appena morta per simulare un’aggressione subìta. In un secondo momento ha raccontato che sua moglie con quel coltellino era solita girare: «Lo portava sempre perché aveva paura di me». Eppure la lama era nella mano sinistra della donna, mentre lei era destrimana. Incongruenza che ha portato l’83enne a rettificare: «Ce l’ho messo io, ma non ricordo quando. Lei aveva un carattere difficile. Voleva comandare e io dovevo stare zitto».
Le prime versioni
A incastrare il pensionato è stata anche la testimonianza della vicina, che ha udito la vittima urlare: «vattene, vattene, vattene». Grida che l’hanno allarmata: quando è andata a bussare alla porta dei coniugi, non ha ricevuto nessuna risposta. A quel punto, ha chiamato le forze dell’ordine. All’arrivo dei carabinieri nella sua abitazione, lo scorso venerdì, ‘Frank’ avrebbe spiegato: «Chiedeva aiuto, io volevo sollevarla da terra dopo che era caduta e l’ho presa per il collo, facendola morire». Interrogato dal pm, l’83enne ha invece spiegato di aver avuto «un raptus»: «Lucia urlava perché le faceva male la testa. Per farla smettere le ho fatto dei massaggi alla testa e poi l’ho stretta con la mano alla gola fino a quando non ha perso conoscenza».
Racconti contrastanti
Ma poi l’uomo aveva cambiato il racconto. Spiegando di aver preso dei farmaci prima di andare a dormire, «e di essersi svegliato con l’idea di uccidere la moglie, pensando di farle un favore, liberandola dai problemi di salute di cui soffriva». ‘Un favore’ che non dev’essere stato gradito alla donna, dal momento che la schiena di ‘Frank’ è stata ritrovata piena di graffi, segno che la moglie ha provato a fermarlo. In una terza versione fornita al gip, l’uomo ha detto invece «di aver voluto uccidere la moglie senza dire esattamente per quale motivo».
Un rapporto incrinato
In realtà, il rapporto dei due sembrava incrinato ormai da tempo: non dormivano più insieme («Lei diceva che russavo»). E quando i loro tre figli hanno appreso la notizia, uno di loro ha commentato: «Non sono sorpreso di quello che ha fatto papà». Per il gip che ha disposto il carcere, Alfano ha mostrato «una preoccupante capacità ad azioni di immotivata violenza». Ed è concreto il rischio che possa commettere «altri delitti della stessa specie»
Leggi anche:
- L’arma, l’hashish, «le liti per gelosia»: proseguono le indagini sulla 33enne uccisa in casa da un colpo di fucile
- Siena, arrestato il compagno della 33enne uccisa in casa da un colpo di fucile. Ma lui assicura: «Sparo partito per errore»
- Omicidio Sharon Verzeni, parla il compagno Sergio Ruocco: «Mi hanno detto che era stata uccisa il pomeriggio dopo»