Sharon Verzeni, il compagno interrogato per cinque ore: «Non credo di essere stato di grande aiuto. Mi hanno chiesto come andava tra noi»
È durato cinque ore l’interrogatorio a Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa con quattro coltellate la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, mentre camminava da sola di sera in via Castegnate a Terno d’Isola, il paese della Bergamasca dove viveva. I carabinieri di Bergamo l’hanno convocato di nuovo in caserma ieri, martedì 13 agosto, per interrogarlo come persona informata sui fatti. «Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto», ha detto Ruocco ai cronisti. «Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro». Amicizie? «Non ne avevamo molte». Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ripercorso le ore precedenti al delitto: «Ma non ho potuto fare altro che ripetere quello che avevo già detto».
Le indagini
Il 38enne era già stato sentito nelle ore immediatamente successive all’omicidio. In quell’occasione aveva raccontato ai carabinieri di Bergamo al sostituto procuratore titolare del caso, Emanuele Marchisio (ieri è stato invece sentito soltanto dai militari dell’Arma), che quando Sharon Verzeni era uscita dalla loro casa per fare la sua consueta passeggiata serale, consigliatale dalla dietologa, era andato a letto perché si sarebbe poi alzato presto la mattina dopo. Alibi confermato anche dalle immagini delle telecamere di due abitazioni vicine, che non avevano ripreso nessun altro uscire dalla loro casa. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno iniziato a sentire uno a uno tutti i residenti della zona di via Castegnate, alla ricerca di qualche appiglio e di qualche testimonianza che possa rivelarsi utile in un’indagine piuttosto difficile e che vede gli inquirenti trincerati dietro il massimo riserbo. Accanto a questi accertamenti proseguono anche le indagini tecniche: i carabinieri del Ros stanno analizzando oltre cento ore di filmati delle telecamere di Terno d’Isola e dei paesi circostanti, mentre i loro colleghi del Ris di Parma si stanno occupando degli accertamenti scientifici sugli abiti di Sharon, su alcuni campioni prelevati durante l’autopsia e su alcuni coltelli trovati nella zona nei giorni successivi al delitto, alla ricerca del Dna dell’assassino.
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