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Di Francisca sul commento a Pilato: «Chiedo scusa. Ma la sofferenza prepara alla vita, non l’accontentarsi». E lei: «Sei mica mia madre»

In un’intervista al Corriere l’ex schermidrice torna sulle polemiche per il suo intervento in tv: «Il buonismo imperante non è la mia filosofia»

Elisa Di Francisca ritorna a commentare a distanza di giorni l’episodio che l’ha vista protagonista insieme a Benedetta Pilato. In un’intervista al Corriere, l’ex schermidrice, due volte oro a Londra 2012, ha ammesso che poteva evitare quel «Non so se ci è o ci fa» alla gioia della nuotatrice 19enne per il quarto posto nei 100 m rana a Parigi 2024. Di Francisca ha però voluto sottolineare come la sua sia una posizione del tutto personale, frutto del divario generazionale e del cambiamento dei tempi: «È la sofferenza che prepara alla vita, non l’accontentarsi».


Di Francisca sulla sofferenza: «È importante»

La polemica scoppiata nei primi giorni dell’Olimpiade ha tenuto banco nelle settimane seguenti: «Ha tolto spazio alle medaglie e agli atleti. Mi dispiace. Vedo che se ne continua a parlare ancora oggi. Troppo». Secondo l’ex schermidrice, ambassador del Coni a Parigi, il suo commento in diretta tv ai microfoni Rai è stato frainteso: «Quello che ho detto di Benedetta Pilato, come l’ho detto: il messaggio è stato strumentalizzato. Ho parlato di pancia, per quella che è la mia storia. Poi ho i miei pregi e difetti». Prova a spiegare come sono andate le cose: «Mi hanno chiesto un commento: mi è venuto da dire quello che ho detto perché ci credo profondamente». Ma qual è il pensiero della campionessa italiana che può vantare anche 7 mondiali e 13 europei nel fioretto? «Credo davvero che la sofferenza, lo stare male per un risultato che non arriva, sia importante. Lo dico attingendo al mio vissuto di ex atleta della scherma: bisogna provare dispiacere, perché da lì si attinge la motivazione per ripartire alla conquista. Io ho sempre fatto così», sostiene Di Francisca. E aggiunge: «Ma non per questo sono una bulla, una violenta, una stro… Sono una persona che delle sofferenze ha fatto tesoro: ho vinto l’Olimpiade a 29 anni, dopo aver perso tanto».


Dalla sconfitta al riscatto

Il viatico personale della Di Francisca atleta verso il trionfo è stato costellato da momenti non facili, dai quali però ha trovato la forza per continuare: «Tutti i momenti brutti e negativi li ho interiorizzati, per trasformarli in forza. È questo l’insegnamento che darò ai miei figli, senza amarli di meno, naturalmente. Me la sono sempre presa con me stessa e mi sono rimessa in carreggiata. Non a caso, a Roma, tengo tutte le medaglie appese al muro. Ma davanti, invece degli ori di Londra, c’è l’argento di Rio de Janeiro. Il messaggio è: vedi, potevi fare di più». Insomma, l’ex schermidora ci tiene a precisare che è il suo vissuto ad averla resa così e a pensare in questo modo. Qualcosa che non vede nella nuova generazione di atleti a cui accennava Cazzullo nella sua definizione di «cattiveria»: «Io quel mordente, quella fame, quella determinazione feroce, in giro, la vedo in pochi. Parliamo di cattiveria agonistica, ovvio: quando salivamo in pedana, ci trasformavamo».

Il cambio generazionale

«I ragazzi che si accontentano, i genitori accondiscendenti, la proposta di abolire i voti a scuola… Mi sembra un discorso culturale, di società che sta attraversando un cambio generazionale. Io sono dispiaciuta se ho sbagliato le parole. Il mio intento era cercare di dare un significato più profondo a un risultato che io avrei vissuto in modo molto diverso» è ciò che sostiene Di Francisca. Un discorso più ampio nei quali è ricaduta anche la considerazione sulla sconfitta di Pilato.

La telefonata

«Le ho telefonato la mattina dopo, ci siamo parlate. Non volevo pensasse che ce l’avevo con lei, una diciannovenne», riconosce l’ex atleta azzurra. Di Francisca racconta quindi cosa si sono dette le due al telefono: «Ciao, sono Elisa. E lei: perché hai detto quello che hai detto? È il mio modo di vivere la vita, figlio del mio modo di essere, ho cercato di chiarire. Ma tu non sei mica mia madre, ha detto. Se lo fossi ti direi le stesse identiche cose, ho risposto. Ma se ho urtato la tua sensibilità, ti chiedo scusa». Infatti, sa già come educherà i suoi figli: «Non insegnerò loro l’obbligo di vincere a tutti i costi, ma sanno che se non fanno bene una cosa ci saranno delle conseguenze. Non drammatiche, ma conseguenze». L’ambassador del Coni rivendica di appartenere a un’altra generazione «ho avuto un padre severo che mi ha tirata su in un certo modo. Il buonismo imperante non è la mia filosofia». Infine, tira pure una stoccata contro il moralismo facile dei commentatori online: «Non sopporto nemmeno la finzione ipocrita dei social né chi, nei momenti di polemica, usa le situazioni per innalzare se stesso. La vita vera è un’altra».

Sulla decisione di Mattarella di premiare i quarti posti

Di Francisca sostiene che il cambio di passo è stato colto anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Una grande novità, conseguenza dei tempi: l’importante è aver raggiunto il proprio traguardo personale, che sia il podio o un quarto posto». Alla fine l’atleta riconosce che lei e Pilato vengono da storie diverse: «Può essere che la chiave sia questa. Continuerò a fare il tifo per Benedetta pur essendo diversa da lei: le auguro di conquistare l’oro a Los Angeles 2028. Io ho la mia storia, lei la sua. Ho detto diversa, badate bene, non migliore».

In copertina: RAI DUE I La polemica per le parole dell’ex schermidrice Elisa Di Francisca alla nuotatrice Benedetta Pilato durante una trasmissione della Rai per il quarto posto centrato nella gara dei 100 rana delle Olimpiadi di Parigi 2024, a un solo centesimo dal bronzo, 30 luglio 2024

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