Ius soli, tensione nella maggioranza. La Lega va all’attacco: «La legge non si cambia». La replica di Forza Italia: «Siamo aperti all’integrazione»
Cresce la tensione nella maggioranza di governo dopo l’ultimo attacco della Lega nei confronti di Forza Italia, riguardo alla tanto dibattuta questione dello Ius Soli. In un recente post pubblicato sui social, il partito di Matteo Salvini ha ribadito la sua ferma opposizione a qualsiasi modifica della legge sulla cittadinanza, puntando il dito contro gli alleati di governo. Ma questi ultimi non sembrano mollare.
Lega all’attacco
«La legge sulla cittadinanza va benissimo così, e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con oltre 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie», si legge nel post – pubblicato sui social dal partito di Matteo Salvini – corredato da un fotomontaggio con i volti del Segretario di FI Antonio Tajani e della leader del Pd Elly Schlein dove viene citato l’articolo di Repubblica: «Il Pd rilancia lo ius soli, Fi apre un varco a destra».
La replica di Forza Italia
Ma da Forza Italia non tarda troppo ad arrivare una risposta al Carroccio. «Innanzitutto dispiace che un alleato di coalizione ci attacchi. Noi abbiamo ribadito quella che è la nostra linea da sempre, ma non fa parte del programma di governo ovviamente. Ognuno ha le sue sensibilità e impostazioni. Noi siamo contrari allo Ius soli ma siamo invece aperti allo Ius Scholae. Come disse Berlusconi, noi siamo per favorire l’integrazione. E la scuola è il motore di questa integrazione», ha dichiarato il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi. «Noi come impostazione non vogliamo attaccare gli alleati. La sinistra sta tornando indietro. E molti moderati sono interessati a Fi proprio per la nostra posizione liberale e moderata. Dalla Lega invece di ringraziarci, troviamo dei post che non ci piacciono. La nostra strategia è colpire avversari, non gli alleati», chiosa.
L’apertura di Forza Italia
Il dibattito è tornato in auge perché per i vertici di Forza Italia la legge sulla cittadinanza, datata febbraio 1992, deve essere cambiata. «Qualcosa va fatto, ci impegneremo presentando un nostro testo nei prossimi mesi», aveva fatto filtrare ieri una fonte di FI alla commissione Affari costituzionali, citata dal giornale romano. Per i forzisti va dunque trovata una sintesi interna tra l’ala liberal e quella più conservatrice della maggioranza. Non si tratterà, con ogni probabilità, di uno Ius soli puro (la cittadinanza per tutte le persone nate nel Paese), come chiedono da tempo i dem. Secondo il deputato FI Alessandro Cattaneo «ragionare sul tema è doveroso, ma no allo ius soli – dice a Repubblica – ripartiamo da ius scholae e ius culturae», cioè la cittadinanza a chi abbia concluso un ciclo di studi in Italia. «L’integrazione passa dal percorso scolastico», conclude Cattaneo. Ad oggi sono state depositate in Parlamento oltre venti proposte di legge sulla cittadinanza.
Cittadinanza in Italia: come funziona e il dibattito su Ius soli e Ius scholae
In Italia, la cittadinanza viene attualmente acquisita principalmente secondo il principio dello ius sanguinis: un individuo ottiene la cittadinanza per discendenza dai genitori italiani. Esistono anche altre modalità, come la naturalizzazione, che richiede un periodo di residenza legale continuativa di almeno dieci anni. Negli ultimi anni, il dibattito politico si è concentrato sull’introduzione di alternative più inclusive, come lo ius soli e lo ius scholae. Lo ius soli prevede l’acquisizione automatica della cittadinanza per chi nasce sul suolo italiano, mentre lo ius scholae concede la cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo di studi di almeno cinque anni in una scuola italiana. Queste proposte sono state oggetto di un acceso dibattito politico: da un lato, sostenitori delle modifiche sottolineano la necessità di riconoscere l’italianità di giovani cresciuti e integrati nel tessuto sociale del paese; dall’altro, oppositori temono un’eccessiva liberalizzazione delle regole di cittadinanza, paventando rischi per l’identità nazionale e potenziali incentivi all’immigrazione clandestina. E il dibattito non divide sono destra o sinistra, ma gli stessi alleati di centrodestra del governo.
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