Kim Jong Un vende armi a Putin in cambio di capre: cosa c’è dietro lo scambio tra Russia e Corea del Nord
«La Russia ha inviato 447 capre alla città nordcoreana di Rason». Sembrerebbe uno scherzo, ma non lo è. Anzi, l’invio degli animali all’alleato Kim Jong Un racconta molto dei rapporti tra Putin e il regime di Pyongyang. Una realtà denunciata già dalla Ong Human Rights Watch che illustra come in Corea del Nord 10,7 milioni di persone su 25,9 milioni sono malnutrite. Forse un aiuto di Vladimir Putin che rientra negli accordi di cooperazione strategica firmati a giugno?
L’invio di 447 capre
A diffondere la notizia è il sito Politico, che cita un comunicato stampa dell’ente russo per la sicurezza agricola Rosselkhoznadzor. Le capre, in tutto 447, sarebbero state trasportate dalla regione russa di Leningrado fino alla città di Rason, nel nord del Paese guidato da Kim Jong Un. Ma i ruminanti inviati farebbero parte solo di un primo lotto di animali da allevamento da far arrivare in Corea del Nord. La notizia è stata confermata dalla Korean Central News Agency che ha anche illustrato i lavori realizzati per accogliere gli animali: «Gli allevamenti di capre di grande capacità sono stati costruiti nei distretti e nelle contee della municipalità di Nampho nella RPDC. Di conseguenza, le fondamenta sono state consolidate per fornire senza problemi prodotti lattiero-caseari ai bambini della municipalità».
La fame in Corea
L’invio di animali potrebbe rientrare nelle relazioni tra i due Paesi autocratici. La Russia fornirebbe così quelle materie prime utili al sostentamento della popolazione coreana. Il dato è da collegare all’allarme lanciato dalla Ong Human Rights Watch secondo cui il 18% dei bambini ha problemi di crescita e sviluppo a causa della malnutrizione cronica.
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