Bambini maltrattati a scuola, l’esperto: «Intervenire su stress e burnout degli insegnanti. Ecco perché è un fenomeno tutto italiano»

La ricerca sui centinaia casi di maltrattamento e l’appello al governo di Vittorio Lodolo D’Oria: «Serve una riforma nuova per proteggere educatori e bambini»

Grida, minacce, insulti e violenze fisiche: i maltrattamenti ai bambini delle scuole dell’infanzia da parte delle maestre rappresentano un fenomeno particolarmente diffuso in Italia. E il problema sembra essere radicato nella struttura del sistema educativo del nostro Paese, che necessita di un ripensamento per invertire questa tendenza. È quanto emerge da un’indagine condotta da Vittorio Lodolo D’Oria, uno dei massimi esperti di burnout tra gli insegnanti, che getta luce su una realtà inquietante nelle scuole italiane. Secondo D’Oria, mentre in altri Paesi i problemi principali riguardano la violenza degli studenti nei confronti degli insegnanti, in Italia le accuse di maltrattamento si concentrano soprattutto sulle maestre. Problematica che, invece, all’estero sembra essere quasi «inesistente». Questa discrepanza ha spinto l’esperto a esplorare le possibili cause del fenomeno, evidenziando come le tensioni tra insegnanti e genitori stiano raggiungendo livelli preoccupanti. Inoltre, nel paragone con gli altri Paesi, emerge con nel nostro si tenda spesso a ricorrere alla denuncia per risolvere le controversie, mentre in altre nazioni, come il Regno Unito, prevale un approccio più dialogico e conciliativo che si limita alle mura scolastiche, con i dirigenti scolastici in prima linea nella gestione dei conflitti.


L’indagine

L’indagine, che analizza articoli, studi e pubblicazioni online dal 2014 al 2024, ha rilevato che oltre 400 docenti sono stati coinvolti in 214 casi di maltrattamento, con la maggior parte degli episodi concentrati nelle scuole dell’infanzia e nelle regioni del Sud Italia. La ricerca, riportata da la Repubblica, sposta l’attenzione dalle implicazioni legali alle condizioni lavorative degli insegnanti. Vittorio Lodolo D’Oria, l’autore dell’indagine, critica il sistema educativo italiano, manifestando anche dubbi sull’uso delle intercettazioni ambientali come prova nei casi di maltrattamento. A suo avviso, il vero tema alla base è l’elevato livello di stress e burnout che affligge le insegnanti, piuttosto che una loro presunta indole violenta. Questa situazione, a suo parere, riflette un sistema incapace di garantire il benessere psicofisico degli educatori, aumentando così il rischio di episodi spiacevoli.


«Serve una riforma per proteggere educatori e bambini»

Da qui l’appello dell’esperto al governo, affinché si intervenga iniziando a riformare le normative relative alla prevenzione delle malattie professionali e alla formazione dei dirigenti scolastici, promuovendo una cultura della prevenzione e del benessere e poter ridurre in modo efficace l’escalation di conflitti tra scuola e famiglie. Tra gli aspetti su cui intervenire, sottolinea l’esperto, vi è anche quello dell’importanza di ripensare il rapporto tra genitori e insegnanti, dove spesso si manifestano attriti legati alla transizione dall’educazione familiare alla socializzazione scolastica. La mancanza di un dialogo aperto e costruttivo può facilmente sfociare in denunce e incomprensioni, alimentando un circolo vizioso che danneggia l’intero sistema educativo. Per questo, ricorda, la semplice risposta giudiziaria ai presunti casi di maltrattamento non è sufficiente. È necessario un approccio più ampio e preventivo, che metta al centro il benessere degli insegnanti e li sostenga in ogni fase del loro percorso professionale.

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