Stop al rimpatrio immediato per 57 orfani ucraini in Italia, slitta la partenza chiesta da Kiev

I 57 bambini e adolescenti dovevano partire il 16 agosto a bordo di tre autobus, per tornare negli orfanotrofi da cui erano scappati 32 mesi fa. Ora i tutori chiederanno la protezione internazionale

Resteranno in Italia i 57 orfani ucraini su cui il consolato di Kiev in Italia aveva chiesto il rimpatrio. Il tribunale dei minorenni di Brescia ha revocato i precedenti decreti e ha deciso di bloccare il provvedimento ratificato dal tribunale di Brescia, che coinvolge bambini e adolescenti tra i 6 e i 16 anni che vivono nella Bergamasca dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Il tribunale ha deciso che i bambini restino in affido «ai servizi sociali, perché li mantengano collocati negli attuali luoghi di accoglienza». Il provvedimento arriva dopo le numerose richieste arrivate alla questura di Bergamo di protezione internazionale da parte dei tutori degli orfani.


Il rimpatrio immediato

Attraverso il consolato in Italia, Kiev aveva chiesto il rimpatrio immediato dei 57 bambini e adolescenti, ospitati in tre centri della Bergamasca: Rota Magna, Pontida e Bedulita. Sarebbero dovuti partire il 16 agosto a bordo di tre autobus, che li avrebbe riportati negli orfanotrofi da cui erano scappati ormai 32 mesi fa.


Le proteste

Contro la richiesta di Kiev aveva protestato l’Unhcr, l’agenzia dei rifugiati Onu. Gli stessi bambini e adolescenti avevano chiesto di non tornare in patria, dove ancora è in corso il conflitto. A opporsi erano stati anche i tutori di 34 orfani e gli educatori che seguivano i bambini nei vari centri, dopo che i ragazzi si erano faticosamente integrati ed erano stati accolti dalle comunità locali.

La richiesta di protezione internazionale

A dare il via libera alla richiesta ucraina era stato il presidente del tribunale dei minori di Brescia, che aveva firmato il rimpatrio immediato. Dopo lo stop temporaneo della questura bergamasca, i tutori di 34 ragazzi presenteranno richiesta di protezione internazionale alla questura di Bergamo.

Da dove arrivano gli organi ospitati nella Bergamasca

Il gruppo di ragazzini era arrivato nella Bergamasca nel marzo del 2022 assieme ad alcuni educatori ed erano stati subito accolti dalle comunità che li avrebbero ospitati. Il gruppo proveniva da due orfanotrofi di Berdyansk, città sul Mar Nero da dove erano fuggiti mentre avanzavano le truppe russe. La richiesta di rimpatrio era stata fissata per dopodomani, 16 agosto, ma ora è stata per l’appunto congelata dalle autorità italiane. Anche perché molti degli orfani sono in cura negli ospedali di Bergamo per diverse e gravi patologie.

Il dietrofront del tribunale dei minori di Brescia

Il tribunale dei minori di Brescia ha confermato – con effetto immediato – l’affido dei minori ucraini ospitati nella Bergamasca ai Servizi sociali italiani «perché li mantengano collocati negli attuali luoghi di accoglienza», senza limiti temporali. Il decreto, emesso oggi, rileva che «come segnalato negli ultimi giorni dai tutori, dal ministero della Giustizia e dall’Unhcr, numerosi dei predetti minori, temendo per la propria incolumità in relazione al rientro in zone prossime al teatro delle operazioni belliche in fase di recrudescenza, hanno presentato alla competente commissione territoriale domanda di protezione internazionale e che è stato segnalato che anche diversi altri minori intendono presentare analoga istanza». Dunque, dice ancora il tribunale, «alla luce di tale fatto nuovo» è necessario «sospendere temporaneamente il rientro in Ucraina dei predetti minori onde consentire alla commissione di svolgere la propria istruttoria e assumere le decisioni del caso in relazione alle richieste presentate dai minori». Il tribunale evidenzia inoltre che «il rientro debba essere sospeso rispetto a tutti i minori in quanto gli stessi, sin dal loro arrivo in Italia, costituiscono un gruppo sostanzialmente unitario, rappresentato da un’unica responsabile e quindi non divisibile».

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