Boom di richieste per eolico e solare in Maremma, Giani apre alla moratoria sulle rinnovabili: «Stiamo valutando tutte le opzioni»

Il governatore toscano commenta a Open la protesta di agricoltori e cittadini del Grossetano, che chiedono uno stop ai nuovi impianti. Ma rispetto alla Sardegna, aggiunge, «il nostro sarà un approccio più sfumato»

Dopo la Sardegna, è in Toscana che si consuma la battaglia per frenare la corsa all’installazione di pale eoliche e pannelli solari. Più precisamente in Val di Cornia, in provincia di Grosseto. La regione conta 43 progetti relativi alla costruzione di impianti di energie rinnovabili, tutti attualmente in fase di valutazione. Di questi, oltre la metà (25) sono concentrati nella Bassa Maremma, dove sindaci, agricoltori e associazioni locali si stanno coalizzando per chiedere alla Regione uno stop agli iter autorizzativi. «Noi siamo favorevoli al fotovoltaico, ma sui tetti o nelle aree industriali, non nei campi», ha precisato Marco Giannini, un agricoltore di 35 anni, al Corriere Fiorentino. La battaglia, sua e di altri cittadini del Grossetano, ha incassato l’appoggio di molti amministratori locali ma anche dello stesso Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che a Open commenta: «Faremo il possibile per trovare una soluzione che rispetti l’identità della Maremma senza rallentare il nostro percorso verso la sostenibilità».


L’opposizione degli agricoltori

La richiesta giunta al governatore toscano dal comitato «Terre di Val di Cornia», formato in buona parte da giovani agricoltori, è la seguente: seguire le orme di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, e approvare una moratoria di 18 mesi sulle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili. Un percorso tutt’altro che scontato, se non altro perché la legge regionale approvata da Todde è stata impugnata di recente dal governo Meloni davanti alla Corte Costituzionale. A proposito della possibilità di approvare una moratoria su eolico e solare anche in Toscana, Giani ammette che è «una questione delicata», ma si mostra comunque possibilista. «Stiamo valutando tutte le opzioni, incluse quelle proposte dagli agricoltori e cittadini del Grossetano», assicura il governatore. In ogni caso, continua Giani, la Regione continuerà ad «ascoltare le comunità locali e prendere decisioni che tutelino al meglio il territorio».


La corsa alle rinnovabili in Maremma

Dei 43 progetti attualmente in fase di valutazione in Toscana, 19 riguardano la costruzione di parchi eolici, 8 di impianti fotovoltaici e 16 di impianti agrivoltaici, dove i pannelli solari non sono installati sul tetto di un edificio ma in un campo (spesso sollevati da terra, così da permettere comunque il normale svolgimento dell’attività agricola). Venticinque richieste di autorizzazione ricadono nel Grossetano, 7 in provincia di Livorno, 5 nell’Aretino, 3 in provincia di Siena, 2 in provincia di Firenze e 1 in provincia di Pistoia. Marco Bonucci, coordinatore del comitato «Terre di Val di Cornia», ha spiegato al Corriere Fiorentino che le aziende energetiche sono disposte a pagare i terreni anche quattro o cinque volte il prezzo di mercato pur di potersi aggiudicare qualche ettaro per costruire impianti di produzione di energia. «Più sono vicini alla stazione Terna dove allacciarsi, più sono disposti a pagare, fino a 170mila euro a ettaro. Vanno alla ricerca dei terreni di pianura e si avvicinano agli agricoltori in difficoltà. Da qui il proliferare dei mega impianti», ha spiegato Bonucci.

La Maremma toscana (Claudio Giovanni Colombo/Dreamstime)

Il decreto aree idonee

Il quadro normativo attuale prevede che siano le regioni a esprimere parere favorevole o contrario ai nuovi parchi eolici o solari, ma l’ultima parola spetta al Consiglio dei ministri. Lo scorso luglio, poi, è stato approvato il tanto atteso «decreto aree idonee», che impone alle Regioni di redigere entro 180 giorni un elenco delle zone più adatte a ospitare pale eoliche e pannelli fotovoltaici. «Vogliamo identificare aree specifiche che, per le loro caratteristiche paesaggistiche, agricole e turistiche, non sono adatte ad ospitare impianti di grande impatto. La bassa Maremma è una zona di grande pregio, e qualsiasi decisione presa sarà basata su un’analisi accurata e sul dialogo con i sindaci e le comunità locali», spiega ancora Eugenio Giani a Open. E a proposito della possibilità di introdurre misure ad hoc per l’area del Grossetano, il governatore toscano precisa che la Regione non sta pensando a un «divieto generalizzato» per tutti i nuovi impianti eolici e solari. Piuttosto, spiega, «stiamo considerando un approccio più sfumato».

La transizione energetica toscana

A prescindere da come evolverà la situazione nella Bassa Maremma, Giani si mostra soddisfatto di quanto fatto finora dalla sua regione in termini di politiche energetiche. «In Toscana abbiamo già dimostrato che è possibile aumentare la produzione di energie rinnovabili senza compromettere il nostro paesaggio unico», fa notare il governatore. Ad oggi, circa il 35% del fabbisogno elettrico regionale è coperto dalla geotermia, un sistema capace di sfruttare il calore naturale del sottosuolo scoperto per la prima volta proprio in Toscana. Una strada su cui Giani dice di voler puntare anche in futuro: «Continueremo a investire in tecnologie che hanno un impatto minore, come la geotermia e l’idroelettrico, e a pianificare con attenzione l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici». L’obiettivo, conclude il governatore, è riuscire a trasformare la Toscana in «un modello di sostenibilità, dove la transizione energetica va di pari passo con la tutela del nostro straordinario patrimonio naturale e culturale».

Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana (ANSA/Fabio Frustaci)

Foto di copertina: Un impianto agrivoltaico (Robero Dani/Dreamstime)

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