Licenziato dopo 27 anni per un presunto danno all’azienda di 280 euro, dopo un mese si suicida: il caso a Marghera

L’uomo era stato accusato di aver eluso la procedura aziendale in materia di trasporto, agevolando alcuni clienti con le spese

Lavorava da quasi 30 anni per Metro, grande catena del commercio all’ingrosso. Aveva avuto una carriera serena, priva di contestazioni, tanto che chi lo conosceva parla di lui come «un lavoratore modello», «tutt’uno con l’azienda», disposto a cambiare mansione e sede mantenendo la sua efficienza. Poi, dopo 27 anni, l’accusa di non aver rispettato alcune procedure aziendali, provocando un danno di 280 alla società. E, nel giro di un mese, il licenziamento. Fino al tragico epilogo: l’uomo di Pontelongo, Padova, pochi giorni dopo essere stato messo alla porta, si è tolto la vita. Adesso la famiglia, sconvolta dall’improvvisa morte dell’uomo, potrebbe decidere di rivolgersi ad un legale, per capire quali azioni intraprendere nei confronti della società.


La vicenda

Ogni giorno, scrive il Corriere del Veneto, il dipendente raggiungeva il magazzino Metro di Marghera, nel Veneziano, dove era arrivato dopo anni di esperienza in vari punti vendita del Nordest. Era diventato il responsabile di un settore vendite e gestiva molti clienti. Proprio svolgendo questo incarico, secondo le contestazioni di Metro, avrebbe fatto qualcosa che non andava. Nello specifico, a maggio avrebbe eluso la procedura aziendale in materia di trasporto, agevolando alcuni clienti con le spese. A discapito dell’azienda, che avrebbe perso i citati 280 euro.


I sindacati

Il dipendente aveva offerto delle giustificazioni, che erano però state rigettate. Il 31 luglio, era arrivata la lettera di licenziamento. Che aveva sorpreso i colleghi e anche i sindacati, a cui l’uomo si era rivolto per sostenere il colloquio con la direzione del magazzino di Marghera. La prossima settimana avrebbero ufficializzato l’impugnazione del licenziamento. «Avevamo appuntamento dopo Ferragosto — spiega Andrea Porpiglia, di Filcams Cgil — era evidente che la sanzione decisa da Metro era sproporzionata per le attività contestate».

La risposta di Metro

Anche le rsu aziendali hanno diramato un comunicato in cui esprimono la «rabbia per quello che è successo». Metro, dal canto suo, ha diffuso una nota in cui dichiara di aver «appreso con molto dolore della scomparsa improvvisa dell’ex collega del punto vendita di Venezia». «Ci stringiamo attorno alla famiglia, ai suoi cari e agli amici in questo triste momento. Da inizio agosto non era più un dipendente dell’azienda. Siamo vicini a tutte le persone del punto vendita di Venezia», conclude il comunicato.

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