Donò 50 dollari a una fondazione pro-Ucraina: condannata in Russia a 12 anni di carcere per «tradimento»
Dodici anni di carcere: questa la pena che un tribunale di Yekaterinburg, in Russia, ha calcolato per la 33enne cittadina russo-americana Ksenia Karelina. La donna doveva rispondere davanti ai giudici russi dell’accusa di «tradimento»: questo perché avrebbe donato poco più di 50 dollari a Razom, una fondazione caritatevole pro-ucraina, il primo giorno dell’invasione russa. Karelina è stata arrestata a Ekaterinburg, nella Russia sudoccidentale, a febbraio, dove si trovava per far visita ai suoi familiari. Gli inquirenti hanno formulato l’accusa di tradimento dopo aver perquisito il suo telefono cellulare. Il processo è avvenuto a porte chiuse. Secondo quanto stabilito il verdetto della corte regionale di Sverdlovsk e Yekaterinburg, nella regione russa degli Urali (lo stesso che a luglio ha condannato per spionaggio il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich): «Ksenia Karelina è colpevole di alto tradimento» e dunque è stata «condannata a 12 anni di carcere in un penitenziario». Per lei la pubblica accusa l’8 agosto aveva chiesto 15 anni. Karelina, ballerina dilettante, è nata in Russia, ma pare abbia ottenuto la cittadinanza statunitense sposando un americano e trasferendosi a Los Angeles, dove ha lavorato in una spa.
Foto copertina: Abc News – Ap
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