La trovata del sindaco di Pesaro: la cella di isolamento dove finì Vasco Rossi riapre e diventa attrazione turistica

Dopo 5 anni, i cancelli della fortezza di Rocca Costanza tornano aperti al pubblico: cos’è successo tra quelle mura

Era il 20 aprile 1984 quando Vasco Rossi, appena dopo l’uscita del suo brano Va bene, va bene così, varcò i cancelli della fortezza di Rocca Costanza a Pesaro. Accompagnato da due carabinieri, il rocker era stato prelevato da un capannone alle porte di Bologna e trasferito nel carcere di Pesaro per uso e detenzione di cocaina. Il cantante trascorse cinque giorni in una cella d’isolamento nella piazza d’armi della fortificazione e altri 17 giorni in una cella comune. E ora quella cella potrebbe diventare una meta di pellegrinaggio per i fan di Vasco. Lo sa bene il sindaco di Pesaro Andrea Biancani, che durante la riapertura del monumento (chiuso dal 2019), come riporta Il Quotidiano Nazionale, ha affermato: «Ecco, questa è la cella dove è stato Vasco Rossi». La cella di isolamento, invece, è stata demolita e non è accessibile. Come riporta il sindaco sui suoi social, Rocca Costanza sarà visitabile per tutto il mese di settembre, dieci volte alla settimana, due volte al giorno (alle ore 11 e alle ore 17.30), 5 giorni su 7 (martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica).


L’arresto e la detenzione di Vasco

L’inchiesta che portò all’arresto di Vasco Rossi venne avviata dalla Procura di Pesaro, basandosi sulla confessione di uno spacciatore locale. Tra i presenti c’era anche tutta la band di Vasco, i tecnici e lo stesso Vasco. Quando l’ufficiale chiese del materiale sospetto, fu lo stesso artista a consegnare una bustina di cocaina. La perquisizione continuò mentre, secondo il racconto dei presenti, la band riprese tranquillamente a suonare come se nulla fosse successo. La notizia dell’arresto fece scalpore e attirò un grande numero di giornalisti alla fortezza di Pesaro, rendendo il carcere un punto di interesse mediatico. Durante la detenzione, solo due artisti andarono a trovare Vasco: Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Di tutta questa storia, ora il sindaco potrebbe trarne un vantaggio di rilievo per la sua città.


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