Torino, parla l’oss che ha investito e ucciso la bimba di due anni nel parcheggio dell’ospedale: «Sono distrutta, ho chiesto il trasferimento»

Il racconto di cos’è accaduto quel giorno e come è cambiata la vita della donna: «Sono dovuta ricorrere alle cure mediche»

Non riesce a darsi pace l’operatrice socio-sanitaria che ha investito inconsapevolmente Esmeralda Morgana Salkanovic, una bambina di due anni di origini Rom nota come Mimì, nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Dopo aver terminato il suo turno di lavoro, la donna ha dichiarato di aver guidato lentamente tra i camper e la folla nel parcheggio, quando la piccola è apparsa improvvisamente e, a causa della sua piccola statura, le sarebbe stata impossibile da vedere. «Sto male. Non riesco a darmi pace. Sono mamma anche io. E da quando è successo tutto, non riesco a non pensare ad altro. La morte di quella piccola bambina mi ha sconvolto la vita e nulla sarà più come prima», dice oggi l’oss a La Stampa.


Il racconto dell’oss che ha travolto la piccola

«Sono dovuta ricorrere alle cure mediche per questo strazio che vivo anch’io. Questa tragedia mi ha sconvolto. Non riesco a darmi pace. Penso a quella bambina, sempre», confida l’oss a colloquio con Elisa Sola. A chi le chiede cosa ricorda di quel giorno, la donna riesce soltanto a dire: «È stato un incidente. Solo questo, un tragico incidente». È preoccupata e devastata emotivamente per quanto accaduto. Per questo, riferisce di aver chiesto un periodo di riposo dal lavoro. Oltre al trasferimento dal Don Bosco: «Sono stati molti disponibili. Riguardo a ogni richiesta che ho fatto, c’è stata grande solidarietà. L’ho sentita. Ovunque vada comunque, non lo dirò. Devo tutelarmi».


Le segnalazioni (inascoltate) sulla sicurezza del parcheggio

Secondo quanto riferisce la donna, il parcheggio dell’ospedale non era un luogo sicuro. E sarebbero state diverse le segnalazioni che il personale sanitario ha fatto nel tempo. «Diciamo che quei camper erano lì da molto tempo. Non so di chi fossero, ma quell’angolo è pieno di gente che va in giro. C’era, in generale, l’abitudine da parte di alcune persone, non so chi, di sostare là in fondo. Ci siamo lamentati, ma nessuno ci ha dato retta», sostiene l’oss.

L’inchiesta

Sia l’operatrice che la madre della piccola, Cristina Salkanovic, sono ora indagate dalla procura di Torino. Cristina Salkanovic, 21 anni, madre di altri due bambini (di uno e tre anni), è stata informata dal suo legale, l’avvocato Riccardo Magarelli, dei capi di imputazione: cooperazione colposa in omicidio stradale e abbandono di minore. Secondo il pm Davide Pretti, la madre avrebbe lasciato la bambina a giocare da sola in un luogo pericoloso, contribuendo involontariamente al tragico esito. L’indagine è in corso e cerca di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti attraverso i filmati delle telecamere di sorveglianza. La procura accusa la madre di aver omesso la vigilanza sulla figlia, ma la famiglia sostiene che Esmeralda non fosse sola e che al momento dell’incidente stava giocando con altri bambini sotto la supervisione dei genitori.

L’aggressione dei parenti

Mentre il corpo di Esmeralda si trova nella camera mortuaria dell’ospedale infantile Regina Margherita, decine di parenti sono giunti da tutta Italia per offrire il loro sostegno. La famiglia attende ora l’autopsia, prevista per lunedì, per cercare di comprendere meglio le dinamiche dell’incidente. Dopo l’accaduto, l’operatrice sociosanitaria è stata aggredita dai parenti di Mimì, subendo spintoni e insulti, e si è recata all’ospedale Molinette per farsi medicare.

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