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Meredith, Amanda Knox: «Tornerò in Cassazione per combattere. Non ero lì quando fu assassinata»

16 Agosto 2024 - 10:56 Stefania Carboni
Amanda Knox
Amanda Knox
Le parole dell'americana dopo la condanna per calunnia: «Sentire un giudice proporre argomentazioni illogiche, presentare falsità come fatti ed etichettarmi come bugiarda, mi spinge anche a continuare a lottare, perché la polizia dovrebbe essere ritenuta responsabile dei suoi abusi di potere»

«Inequivocabilmente non ero presente in casa quando Meredith è stata assassinata, non sono stata coinvolta e non so più di quanto si possa dedurre dalle prove». Queste le parole di Amanda Knox, che torna a ribadire la sua totale estraneità a tutte le vicende legate all’omicidio di Meredith Kercher compiuto a Perugia la sera del primo novembre del 2007. Lo ha fatto con una serie di post su X con i quali critica la sentenza della Corte d’assise d’appello di Firenze che l’ha condanna per la calunnia a Patrick Lumumba. «State tranquilli: tornerò in Cassazione per combattere questa cosa», assicura. «Sentire un giudice proporre argomentazioni illogiche, presentare falsità come fatti ed etichettarmi come bugiarda – afferma tra l’altro Knox -, mi spinge anche a continuare a lottare, perché la polizia dovrebbe essere ritenuta responsabile dei suoi abusi di potere».

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