Suicida dopo il licenziamento per 280 euro, lo sfogo dell’amica sindacalista ai funerali: «Sfruttato dall’azienda». Ma il prete la rimprovera

In chiesa presente anche l’ex responsabile del dipendete alla Metro e quello che sarebbe stato il suo futuro capo. L’uomo aveva firmato un nuovo contratto con un’altra azienda pochi giorni prima di togliersi la vita

Il funerale del 55enne di Padova, che si è suicidato dopo aver perso il lavoro a Marghera (Venezia), è stato caratterizzato da momenti di alta tensione e amarezza. La cerimonia, che si è svolta ieri 16 agosto nella chiesa di Pontelongo, è stato segnato dalle testimonianze di amici e colleghi. Una in particolare, Piera Meneghetti, compagna di lavoro e delegata della Cgil, aveva preparato un discorso con i colleghi in cui menzionava la ditta Metro che aveva licenziato il 55enne, e criticava l’azienda per non aver protetto adeguatamente il suo dipendente. Ma durante la lettura, don Carlo Pampalon, il parroco, ha interrotto Meneghetti, chiedendole di concentrarsi esclusivamente sulla memoria del defunto e non sulle critiche all’azienda. «Qui non siamo al sindacato, parli solo di lui, se vuole ricordarlo», le ha detto il prete, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera.


Le modifiche al discorso

Meneghetti, visibilmente colpita, si è scusata e ha dovuto modificare il suo discorso, escludendo le critiche più incisive. Tra queste vi erano le seguenti frasi: «Hai subìto tanti torti nell’azienda che amavi e per cui lavoravi sempre con impegno e grande professionalità, affrontando tutto sempre a testa alta. Poi probabilmente qualcosa si è spezzato e non hai avuto più la forza di reagire». Fuori dalla chiesa, è stata accolta da una folla di colleghi e amici che le hanno espresso solidarietà e hanno condiviso il loro disappunto per l’intervento del sacerdote.


Il discorso del parroco

Il funerale ha visto una partecipazione numerosa, con circa un centinaio di persone. Il parroco ha dedicato l’omelia a sottolineare la bontà e l’impegno dell’uomo, lamentando che, nonostante il suo grande contributo alla comunità, sembra che il sostegno necessario sia mancato. «Era una persona buona, forse anche troppo. Una vita dedicata al lavoro, ma che ha attraversato un momento di debolezza. Il mistero della morte è grande, allo stesso modo è grande il mistero di questa morte, che ora la famiglia chiede di rendere più chiaro. Se quest’uomo ha dato tanto alla nostra comunità e alle persone a lui care, forse l’aiuto è mancato altrove», ha dichiarato il parroco. Inoltre, è stato ricordato che il 55enne aveva firmato da poco un nuovo contratto con un’altra azienda, ma non ha avuto il tempo di iniziare il nuovo lavoro. Tra i presenti sia un ex responsabile del dipendente alla Metro sia il suo futuro capo.

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