Danilo Coppola estradato in Italia da Abu Dhabi, deve scontare 7 anni per bancarotta. A rischio anche Giancarlo Tulliani

Dopo il mandato d’arresto dello scorso dicembre, torna in Italia l’imprenditore romano condannato per il fallimento di tre società. Negli Emirati Arabi Uniti resta ancora, tra gli altri, Giancarlo Tulliani

Torna in Italia l’imprenditore romano Danilo Coppola, condannato nel 2022 a sette anni di carcere. Coppola è stato estradato in Italia ed è stato imbarcato stamane su un volo partito da Abu Dhabi. L’imprenditore era stato arrestato a dicembre su mandato d’arresto internazionale emesso dalla procura di Milano, per scontare un residuo pena di 6 anni, 5 mesi e 12 giorni della condanna definitiva a 7 anni per il fallimento del Gruppo Immobiliare 2004, e delle società Mia Prima e Porta Vittoria.


A rischio anche Giancarlo Tulliani

Soddisfatto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ringraziato il ministro degli Emirati Arabi Uniti Mohammed Al Nuaimi per la collaborazione che «dimostra che per noi non può esservi nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all’estero». La decisione di estradare Coppola arriva dopo una lunga attività di collaborazione tra Roma e Abu Dhabi. Lo scorso febbraio Nordio aveva avuto un colloquio con il suo omologo emiratino in cui aveva sollevato le diverse richieste di estradizione italiane ancora pendenti. Tra queste, ricorda La Verità, ci sarebbe anche quella di Giancarlo Tuliani, cognato di Gianfranco Fini, condannato a sei anni per la compravendita della casa di Montecarlo.


«Coppola ha problemi di salute»

Si dicono preoccupati per le condizioni di salute di Danilo Coppola gli avvocati che lo assistono, Francesco Caroleo Grimaldi con il collega Pietro Pomanti. In una nota, i legali dell’imprenditore romano dicono che Coppola è «da tempo seriamente affetto da gravi patologie cardiovascolari». Perciò gli avvocati annunciano che presenteranno «istanza al tribunale di Sorveglianza di sospensione dell’esecuzione della pena con la richiesta di detenzione ai domiciliari, per le condizioni di salute».

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