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Come raffreddare casa senz’aria condizionata? «Farla a zigzag». Come funziona la soluzione in uno studio della Columbia University

18 Agosto 2024 - 20:09 Antonio Di Noto
edificio moderno contemporaneo
edificio moderno contemporaneo
Secondo i ricercatori, cambiare la forma delle pareti può abbassare di tre gradi la temperatura degli edifici, senza consumare energia

Costruire le pareti degli edifici a zigzag potrebbe aiutare a raffreddarli. Questo è quello che emerge da una nuova ricerca della Columbia University di New York. Lo studio guidato da Qilong Cheng punta a ridurre il consumo energetico degli edifici, che attualmente sono responsabili di circa il 40% dell’energia usata nel mondo e spesso generano black out anche nelle città italiane per la richiesta di potenza eccessiva. Buona parte di questa energia deriva dall’uso di aria condizionata e secondo le previsioni più recenti questa quota potrebbe raddoppiare nei prossimi 50 anni a causa dell’aumento delle temperature globali e dell’ulteriore diffusione dei condizionatori laddove sono ancora rari. Una prospettiva che rende necessario studiare soluzioni di raffreddamento che non siano basate sul consumo di energia.

Le pareti a zig zag riflettono i raggi infrarossi

Non di rado, lo studio dell’architettura tradizionale dei luoghi caldi può rivelare soluzioni finora poco considerate. Ma in alcuni casi, come quello previsto nella ricerca esaminata dal Guardian, forme che attualmente non vengono adottate spesso possono rivelarsi vantaggiose. Quella a zig zag permette di abbassare la temperatura riflettendo i raggi infrarossi della luce solare che colpisce l’edificio. A causa dell’ampia lunghezza d’onda, questi non rimangono nell’atmosfera terrestre dopo essere stati riflessi, ma si dirigono verso lo spazio. Così facendo, la temperatura superficiale delle parete può essere abbassata di tre gradi rispetto a quella di un muro piatto. Ci sono comunque delle sfide di fronte all’implementazione di questa forma che potrebbe aumentare la richiesta energetica degli edifici nei Paesi freddi durante l’inverno. Per questo, Cheng e il suo team hanno immaginato una struttura lamellare, da richiudere all’occorrenza.

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