Dall’Ape Maia a Luis Miguel cosa ricordate degli anni ’80? La top ten dei tormentoni (estivi) d’epoca – La serie

Il decennio si apre con la vetta della hit parade occupata dalla sigla del cartone animato L’Ape Maia, si chiude con Raf e la sua domanda esistenziale: Cosa resterà degli anni ’80?

Ed eccoci arrivati con la nostra rubrica sui tormentoni estivi italiani agli sfavillanti anni ’80. Quel periodo di transizione attraverso fin troppo vivaci vicende politiche è ormai passato, ammortizzato, metabolizzato. L’Italia è come se sentisse il bisogno di una nuova rinascita all’insegna dell’ottimismo, delle tv scosciate di Berlusconi, tutto si assesta, tutto si aggiusta, o perlomeno questa era l’idea. Non è un caso se il primo tormentone dell’anno è la sigla di un cartone animato, segno che gli anni ’80 danno il via ad un potere supremo della tv, anche nel mondo della musica, che si esaurirà solo in tempi recenti, quando i talent scadranno e internet rivoluzionerà il mercato. Sono gli anni naturalmente di Claudio Cecchetto, che monopolizza il sistema musica italiano dal Festival di Sanremo a Deejay Television, in cui sfonda con Gioca Jouer e lancia Jovanotti. L’allegro ottimismo del decennio però non indebolisce l’offerta, sono gli anni di hit estive come Maracaibo e Tropicana, splendide meteore cui valore artistico altissimo il pubblico capirà (chi lo capirà) solo dopo anni. Sono gli anni di Giuni Russo e della rinascita di Nada e di Raf e di quella metafora musicale meravigliosa che fu Cosa resterà degli anni ’80, che restituisce la plastificazione di un tempo che, nonostante ciò, risulta ancora tristemente alla base della nostra attuale cultura pop, come se ogni singolo accadimento sia visto attraverso un caleidoscopio temporale che sdrammatizza tutto, anche quelle sconcezze che stanno per assalirci e cambiarci, come popolo, per sempre.