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Dall’Ape Maia a Luis Miguel cosa ricordate degli anni ’80? La top ten dei tormentoni (estivi) d’epoca – La serie

18 Agosto 2024 - 10:07 Gabriele Fazio

Jovanotti – Gimme Five (1988)

«Con questa vinciamo tutto!» esclamò un giovanissimo Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, quando Claudio Cecchetto gli presentò una bozza di Gimme Five, intitolata In The Night. Parliamo di un Jovanotti esordiente, talmente esordiente che fa ancora serate in giro e si vorrebbe far chiamare «Joe Vanotti», solo che un tipografo sbaglia e lo scrive tutto unito, ma a lui va bene uguale. Il rapporto con Cecchetto poi non è che cominci con il piede giusto, infatti il padrone della musica italiana dell’epoca all’inizio lo boccia e non lo assume nella propria agenzia, salvo poi ripensarci su insistenza dell’ex compagna Marina. Così il giovane Lorenzo entra nel giro di Deejay Television e Radio Deejay, due dei capisaldi della cultura giovanile di quegli anni, e il successo è immediato, la sua simpatia che rompe gli schemi dell’ancora incravattata tv, risulta dirompente ed irresistibile. Tant’è che tutto ciò che propone sfonda, in ambito musicale le classifiche specializzate, che lo vedono diventare immediatamente una star che tutti si contendono, compresi il Festival di Sanremo, che lo vedrà in gara l’autunno successivo e il Festivalbar che lo invita come ospite d’onore, cosa assai rara. Il brano è un divertissment in inglese stentato e sgrammaticato, senza regole, indissolubilmente festoso come Jovanotti era e sarà sempre nel tempo, uno slogan in musica dei tempi che stavamo vivendo, un’incitazione pregna di un’ottimismo che fa il verso allo slang americano: «Gimme Five, al right!».