Dall’Ape Maia a Luis Miguel cosa ricordate degli anni ’80? La top ten dei tormentoni (estivi) d’epoca – La serie

Claudio Cecchetto – Gioca Jouer (1981)

Il più noto ballo di gruppo all’italiana, ancora oggi strapassato dalle discoteche più in hype alle feste per bambini nella profonda provincia, nasce come sigla del secondo Festival di Sanremo condotto da Claudio Cecchetto, ai tempi e per circa almeno il decennio successivo, signore assoluto della musica italiana. E poi da un incontro fortuito con Claudio Simonetti, che in realtà nella vita compone musiche per film horror, e non horror qualsiasi ma quelli del maestro Dario Argento, con il quale collaborerà fino al 2012. Cecchetto chiese semplicemente a Simonetti «un brano nello stile di Whatever You Want degli Status Quo», e Simonetti gli consegnò questa marcetta dalle tinte rock grazie all’utilizzo della chitarra elettrica e del sax che entra a gamba tesa sul ritornello. Gioca Jouer vendette 500mila copie solo nel primo trimestre e in futuro fu poi tradotto in una quantità spropositata di lingue, compreso lo spagnolo che la farà balzare in vetta alla classifica argentina. Non sarà chissà quale intenso capolavoro ma si tratta di una canzone che coglie perfettamente il rapporto degli italiani con la musica degli anni ’80, quella voglia di estremo disimpegno, anche quando plastificato.