Dall’Ape Maia a Luis Miguel cosa ricordate degli anni ’80? La top ten dei tormentoni (estivi) d’epoca – La serie

Lu Colombo – Maracaibo (1981)

Maracaibo è una ridente località di mare della riviera venezuelana e l’accento cade sulla «a», per cui la pronuncia corretta sarebbe Maracàibo. Non ci sarebbe granché motivo per un italiano di badare a certe sottigliezze se non fosse che nel 1975 Lu Colombo, cantautrice alle prime armi, e David Riondino, comico dai tratti intellettuali in grande ascesa, ci ambientarono una delle più entusiasmanti canzoni della storia della musica italiana. E la valutazione non si riferisce al solo recinto dei tormentoni estivi, Maracaibo è un capolavoro della narrativa pop. Una narrativa che forse era troppo per l’Italia dell’epoca, infatti la canzone fu rifiutata per anni un pò da tutti. L’esplosione avvenne grazie all’iniziativa personale di Lu Colombo che fece più o meno la stessa cosa che pochi anni prima un giovane cantautore jamaicano di nome Robert Nesta Marley, detto Bob, aveva fatto nel suo paese con la propria musica: la distribuì da sola e in maniera pirata. Quando le vendite del vinile di Maracaibo non ingranarono infatti, lei si procurò una cassetta e cominciò a girare le discoteche scongiurando i dj di passarla, fin quando non si imbatté nel Raja, un locale di Panarea, isole Eolie, che prevedeva per l’orario dell’aperitivo una selezione più aperta a sonorità world. Il pezzo riempiva la pista, il pubblico lo richiedeva a gran voce e da lì partì un successo senza tempo. Un brano audace che mette insieme i pezzi di una storia estrema sotto ogni punto di vista, abilmente sdrammatizzata da un ritmo leggero ed un’interpretazione magistrale, minimal e ficcante, come se il narratore venisse piano piano ingoiato da ciò che sta raccontando. Geniale. La storia, si sa, è quella di Zazà, spogliarellista cubana del Barracuda, ma anche trafficante d’armi e amante di Miguel, che in realtà nella stesura originale era Fidel, Castro naturalmente, ma i discografici riuscirono a scongiurare perlomeno quel riferimento. Un amore che romperà a causa della relazione con Pedro con cui, che immagine incredibile, fa l’amore «sulle casse di nitroglicerina». Miguel lo scopre e prova ad ucciderla, lei scappa per mare, viene morsa da uno squalo, riesce a salvarsi e a tornare sulla terraferma dove decide di ritirarsi ed aprire una «casa di piacere per stranieri», si lascia andare ai vizi (manco a dirlo: «rum e cocaina»), ingrassa fino ai 130 kg e agli avventori concederà ormai solo il racconto della propria avventura. Capolavoro assoluto. Maracaibo tra i tormentoni estivi che hanno caratterizzato la storia del pop all’italiana è certamente quello con il sapore più agrodolce, anche per la stessa Lu Colombo, che per una questione di diritti finì per discutere la paternità del pezzo in tribunale, avendoci guadagnato poco o nulla da un successo clamoroso. Per cui per lei Maracaibo, come dichiarerà, «Non è una storia felice. Quella canzone ha preso la mia vita, indipendentemente dalla mia volontà. Mi fa molto piacere che quel pezzo lo abbiano ballato tutti gli italiani, quello sicuro. Ma è stato come avere un piede nel cemento».