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18 Agosto 2024 - 10:07 Gabriele Fazio

Giuni Russo – Alghero (1986)

Uno dei più memorabili evergreen della storia del nostro pop non sarebbe esistito se Giuseppa Romeo, in arte Giuni Russo, non avesse incontrato quasi vent’anni prima Maria Antonietta Sisini. La prima cantava, la seconda era un’ottima chitarrista, diventarono compagne nell’avventura musicale, poi anche nella vita. Giuni Russo nel 1986 è in ripresa dopo una serie di cocenti delusioni, lei, sperimentatrice d’essai, dopo una vita di sacrifici per mantenere una posizione intellettuale nel mercato discografico, resta intrappolata nel successo, quattro anni prima, di Un’estate al mare, scritta per lei dal suo amico Franco Battiato. Quella è una Giuni Russo che piace e considerata più adatta ai tempi, ma lei la pensa diversamente, cominciano i dissidi con la sua etichetta, la CGD, le si chiudono le porte del Festival di Sanremo, fin quando non si arriva alla rottura di comune accordo, anche se la casa discografica le propone la firma, ovviamente negata, su una dichiarazione scritta nella quale rinuncia definitivamente alla carriera di cantante. Così Giuni e Maria Antonietta, sempre al suo fianco, possono firmare per la minore Bubble Record, che la lascia libera di lavorare a Giuni, l’album che conterrà Alghero, brano con cui farà un figurone al Festivalbar. Il brano è scritto quasi tutto in aereo, diversi anni prima, durante un periodo particolarmente buio, la malattia che debilita giorno dopo giorno la madre della sua compagna Maria Antonietta e che la costringe a continui voli Roma-Alghero. La canzone, che tratta di questa fuga «Ad Alghero in compagnia di uno straniero», risulterà essere una nuova felice parentesi pop nella carriera di un’artista dalla raffinatezza assoluta. E ovviamente diventerà anche il simbolo della città sarda che le dedicherà, dopo la prematura morte all’età di 53 anni, l’anfiteatro che si apre sulla collina del Trò con una vista mozzafiato sulla Riviera del corallo.